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Difensore … e allenatore: l’ex Torres Pierluigi Porcu coltiva a Selargius i calciatori del domani

Pierluigi Porcu (a destra) con i ragazzi della sua scuola calcio

Il calcio non è solo lo sport dei professionisti e delle sfide da prima pagina. Il pallone, infatti, rotola, suscitando fortissime emozioni, anche per chi lo insegue soprattutto per passione e per divertimento. Lo sa benissimo Pierluigi Porcu, che nella sua Selargius, paese da cui ha spiccato il volo fin verso la Primavera del Cagliari e la Serie C, vissuta da protagonista con la maglia della Torres, da qualche anno insegna il gioco più bello del mondo a una schiera di bambini e ragazzini entusiasti almeno quanto lui. Questo esercito di piccoli innamorati del football costituisce la linfa vitale della Asd Futura Calcio Sales, la scuola calcio che Porcu, trentasette anni e una onorevolissima carriera da difensore ancora in corso, gestisce dal 2013.

«Con me – precisa l’ex rossoblù, che attualmente milita nell’Assemini 80, compagine impegnata nel campionato di Promozione – in società ci sono pure Bernardo e Riccardo Mereu, l’ex arbitro Andrea Contini ed Emiliano Melis».

Una bella squadra… Di quanti ragazzi vi occupate?
«Sono trecentocinquanta, dai quattro ai sedici anni di età».

Dove si svolgono gli allenamenti?
«Per i bambini fino agli Esordienti, nel Centro Sportivo Don Bosco, inaugurato due anni fa, che dispone di due campi da calcio a 7, di uno a 5, di due campi da tennis e di un punto ristoro; le tre squadre di Giovanissimi e le due di Allievi, invece, si allenano a San Lussorio, sempre a Selargius».

Come si trova in questa veste di maestro di calcio?
«Bene. Cerchiamo di insegnare ai ragazzi le basi di questo sport e, soprattutto, principi fondamentali come quelli del rispetto e della lealtà. Altro punto essenziale, poi, è il divertimento: fino agli Esordienti non esistono bravi e meno bravi, con le sostituzioni a tempo da noi giocano e si divertono tutti».

Porcu con la maglia della Torres

Quando si cresce, invece, si è costretti a fare “sul serio”… lei, nella sua carriera, poteva fare di più? Ha qualche rimpianto?
«Non rinnego nulla ma forse sì, qualche piccolo rimpianto per come sono andate le cose c’è. Mi riferisco, ad esempio, ai trasferimenti sfumati al Venezia e all’Ancona, che quando mi cercarono militavano in Serie B: quelli son stati due treni persi».

E alla carriera che poteva fare al Cagliari ci pensa mai?
«Sì, ogni tanto. Al Cagliari giocai nella formazione Primavera insieme ad Andrea Capone, ad Andrea Pisanu e ad Emiliano Melis, un talento, quest’ultimo, che avrebbe meritato maggiore fortuna. Io allora non ero maturo a tal punto da poter ambire a un posto in prima squadra ma, in seguito, dopo avermi lasciato andare, la società rossoblù mostrò interesse nei miei confronti. Nulla di particolarmente concreto, comunque».
Quali sono il personaggio e il ricordo calcistico a cui sente di essere più affezionato?
«La persona, sicuramente, mister Bernardo Mereu: mi ha insegnato tanto a livello sportivo e umano. Di ricordi bellissimi, invece, ce ne sono davvero tanti: penso a quelli relativi agli anni passati al Selargius, la squadra della città dove sono cresciuto, ad esempio, o a quelli legati alla Torres, con cui, nel 2005-2006, sfiorai la promozione in Serie B».

Tornando all’attualità, adesso, il suo presente, almeno professionalmente parlando, sono la scuola calcio, l’Assemini 80 e…l’incarico di consigliere comunale a Selargius.
«Sì, quella in Comune è una nuova esperienza. Sto cercando di dare il massimo per provare a migliorare ciò che non mi piace e che non va».

Tra i banchi dell’opposizione, tra l’altro, fa squadra con Gigi Piras, un attaccante che avrebbe dato filo da torcere a un difensore come lei…
«Che dire di Gigi? Per me è un mito».

 

 

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