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Le 10 cose che devi assolutamente fare se capiti a Cagliari

Ogni città ha le sue bellezze, i suoi monumenti e le sue particolarità. E in ogni città, gli abitanti conservano a modo loro delle abitudini: alcune poi si tramandano di generazione in generazione, altre invece cambiano e si adattano ai tempi. Abbiamo voluto raccogliere dieci cose che i cagliaritani hanno fatto almeno una volta o continuano a fare a Cagliari, delle pietre miliari nella vita di questa città, e che per questo chi visita Cagliari non può non provare. Eccole elencate, con un bonus extra degno di nota:

  1. Contemplare il ficus magnolioide dei Giardini pubblici

Giardini pubblici di Cagliari, Largo Dessì. È qui che dovete andare se volete trovare un pò di pace e ritrovare voi stessi, immergendovi nel verde e nella quiete di questo piccolo parco urbano. Ed è qui che troverete ad aspettarvi lo straordinario ficus magnolioide, un gigantesco albero di oltre 125 anni. Sotto la sua ombra hanno giocato intere generazioni di cagliaritani, e non solo, e oggi è ancora lì con le sue lunghe e tortuose radici aeree. Il suo aspetto magnetico cattura inesorabilmente i visitatori di questi giardini: una volta arrivati vicino ai suoi rami e alle sue fronde dai colori unici, non vi resterà che farvi guidare dalla sua bellezza e godervela.

 

2. Mangiare il panino dei caddozzoni

Non c’è un orario, giorno, occasione o momento dell’anno preciso per gustarsi gli ormai celebri panini dei caddozzoni, i furgoncini che a Cagliari servono cibo in strada (oggi ribattezzati all’inglese Food truck). Nella nostra città, l’origine di questi panini si fa risalire al mitico Baffo, al secolo Raimondo Pani, che negli anni ’70 si inventò con la moglie il business dei panini con wurstel o salsiccia e cipolle. Mangiare un panino dei caddozzoni rientra ormai nella “to do list” (la lista delle cose da fare, ndr) del turista medio che arriva in città. Oggi potete gustare questi panini in varie zone di Cagliari nelle loro innumerevoli varianti, dal cavallo completo al salsiccia, cipolla e patatine, e non dovete certo dimenticare di accompagnarlo ad una buonissima birra fresca e al supporto dei vostri più valorosi compagni di mangiate.

3. Stare a chiacchierare con gli amici in viale Europa

Amici, panchine e vista sulla città. Un trio che ci ricorda a tutti i pomeriggi e le sere passate in compagnia a scherzare e magari fare progetti per il futuro. Bando alla nostalgia, ancora oggi viale Europa resta uno spazio di ritrovo di giovani e adulti, di chi vuole sentirsi in cima al mondo, prendere un po’ di fresco, ammirando la città che lo circonda. In viale Europa, le chiacchiere con amici, fidanzati, mogli o mariti non hanno mai fine e se poi vi trovate qui al tramonto avete fatto bingo. Perché si sa che i tramonti cagliaritani sono unici, meglio ancora se goduti in compagnia di chi ci fa stare bene.

4. Ammirare il panorama di Stampace al tramonto dal Bastione di Santa Croce

In una città costruita su sette colli, i panorami e le vedute dall’alto certo non mancano. No, non stiamo parlando di Roma ma sempre di Cagliari. Poter ammirare l’orizzonte da punti diversi della città è una cosa che a Cagliari si riesce a fare molto bene. Ma c’è un panorama che batte tutti per i suoi colori e la sua vivacità: è quello del quartiere di Stampace che si può ammirare dal Bastione di Santa Croce, nel quartiere di Castello. In estate, soprattutto, al tramonto i raggi del sole creano un gioco di colori sulle facciate delle piccole case del quartiere che prendono l’aspetto di un vero presepe vivente. Ammirare Stampace da questo punto della città è un’esperienza mistica che ci rende tutt’uno con la città e con quella natura che, seppure urbanizzata, trova sempre il modo di esprimersi.

5. Aspettare il rientro di Sant’Efisio la sera del 4 maggio

Dopo aver lasciato la città di Cagliari il 1 maggio ed esser stato celebrato a Pula e poi a Nora, Sant’Efisio con il suo cocchio trainato dai due buoi fa ritorno a Cagliari il 4 maggio. Il tutto con il silenzioso ed elegante accompagnamento del corteo dei devoti i quali, alcuni in abiti tradizionali, anticipano l’arrivo del santo in città e lo scortano fino alla sua chiesetta di Stampace, dove entro la mezzanotte deve essere improrogabilmente sciolto il voto. Se il primo maggio, la festa di Sant’Efisio raccoglie in sé la vitalità e la tradizione di un rito che celebra la salvezza di una città intera, il rientro del cocchio la sera del 4 maggio assume dei toni ancora più devozionali. Sarà perché si svolge di notte, alla luce delle candele, fatto sta che quando i cagliaritani aspettano il santo che ritorna a casa lo accolgono come si accoglie un parente o un amico che rientra sano e salvo da un lungo viaggio. Il suono delle launeddas, poi, rende ancora più solenne e inesprimibile questo momento: provare per credere!

6. Mangiare una pizzetta sfoglia e bere un caffè

Pizzetta sfoglia e caffè. Qualcuno storcerebbe il naso solo a sentire questo abbinamento. Ma ai cagliaritani questo non importa. Il rito, perché di rito ormai stiamo parlando, del caffè accompagnato alla pizzetta sfoglia è qualcosa che va oltre le regole culinarie tout court. Mangiare una pizzetta sfoglia sorseggiando un caffè, chiedetene conferma agli universitari affamati dopo tre ore di lezione, è qualcosa che ristora corpo e anima. Un piccolo regalo che ci si concede durante la mattina – meglio ancora se consumato all’ombra di un baretto del Lungomare Poetto. Insieme al panino dei caddozzoni, caffè e pizzetta sfoglia dovrebbe essere inserito dall’UNESCO nel suo Patrimonio culturale immateriale. Si dice per scherzare, naturalmente, ma forse c’è chi potrebbe prendere sul serio questa provocazione. Tralasciando queste proposte campate per aria, noi vi suggeriamo invece – se non l’avete già fatto – di provare questo toccasana per il buonumore e di farne passaparola con i vostri amici e conoscenti: il mondo forse potrebbe diventare un posto migliore!

7. Fare un giro sul Bruco mela
Nel 1987, la famiglia di giostrai Steinhaus decise di acquistare una nuova attrazione per il suo parco giochi sul Lungomare Poetto. Mai avrebbero immaginato, i tre fratelli che decisero l’acquisto, il successo che da subito ebbe questa piccola montagna russa. Stiamo parlando del Bruco mela, l’attrazione più conosciuta a Cagliari che ha fatto divertire generazioni su generazioni e oggi, con le dovute manutenzioni, continua a svolgere questo compito in modo eccellente. E sebbene sia un trenino nato per i più piccoli, anche gli adulti non disdegnano di farci un giro. Se capitate dalle parti del Lungomare Poetto, andate a conoscerlo, il suo sorriso beato vi conquisterà e anche se non vi salirà l’adrenalina durante il suo breve giro, siate consapevoli di essere entrati in un pezzo di storia cagliaritana.

8. Godersi il Poetto d’inverno

Una delle fortune di vivere in una città di mare è appunto avere il mare a due passi da casa. Nel caso di Cagliari, però, la cosa si fa più seria, perché qui non abbiamo solo il mare, abbiamo il Poetto. E le cose cambiano decisamente. Il Poetto è una filosofia, qualcuno direbbe, è una certezza della vita ed è soprattutto una spiaggia dove ci si può godere il sole anche d’inverno. Tiepido, è vero, ma è pur sempre un sole fantastico e che soprattutto infonde benessere. I cagliaritani lo sanno molto bene ed è per questo che, come le famose iguane preistoriche delle Galapagos, li troverete in spiaggia con la faccia all’insù mentre cercano di catturare fino all’ultimo raggio di sole o mentre passeggiano in riva al mare e si godono la vista della Sella del Diavolo sullo sfondo.

9. Perdersi nelle vie dei quartieri storici

Cagliari e i suoi quattro quartieri storici: Marina, Stampace, Castello e Villanova. È sempre un dilemma scegliere il più bello fra loro perché in effetti si tratta di una scelta impossibile. Ogni quartiere ha le sue bellezze e i suoi perché e allora giriamoli tutti! Se si ha voglia di fare una visita a Efisio, che se ne sta nella sua chiesetta ad aspettare il primo maggio e il lunedì di Pasqua, giorni in cui viene celebrato per due motivi diversi, si fa un giro a Stampace; se invece è la storia più antica di Cagliari che in quel momento ci affascina, allora optiamo per Castello, quartiere ancora popolato dalle botteghe artigiane che resistono alla crisi e che provano a ritrovare l’identità originaria del quartiere; se, invece, abbiamo voglia di girovagare in mezzo ai profumi della cucina nostrana e etnica, magari fermandoci a gustare un buon piatto di pesce, allora è la Marina che ci chiama, un quartiere diventato l’emblema della multiculturalità che Cagliari in effetti ha storicamente sempre avuto e che solo di recente sta riscoprendo; se, infine, è la calma delle viuzze e i colori che ci ispirano, andiamo a Villanova, dove fra un balcone fiorito e una piazzetta, possiamo riscoprire la bellezza di un’atmosfera da paese in pieno centro urbano.

10. Assistere ad un volo di fenicotteri dalla terrazza del Bastione Saint Remy

Estate. Ogni anno la stessa storia. Cammini di notte per le strade del centro, sali fin sopra la terrazza del Bastione Saint Remy, ti guardi un po’ intorno e improvvisamente senti in lontananza un gracchiare forte che si avvicina. D’istinto alzi lo sguardo al cielo e…spettacolo! Uno stormo di fenicotteri rosa in formazione perfetta ti passa sopra la testa e tu non puoi fare altro che rimanere a bocca aperta e goderti la meraviglia. Le ali rosse e nere in bella mostra, con l’inconfondibile silouette che spicca anche nel buio. Capisci quanto Cagliari grazie a sa genti arrubia, i fenicotteri detti alla sarda, sia ancora più bella, perché non accade di frequente poter assistere ad uno spettacolo del genere. E quando lo hai visto una volta, quelle successive sei già pronto e appena senti in lontananza quel gracchiare, che è solo loro, alzi la testa e…spettacolo!

11. (bonus) Accarezzare Arancia mentre sonnecchia nella sua fioriera

Ci sono certezze nella vita che ci accompagnano ogni giorno. Percorrere via San Giovanni e sapere che ad un certo punto, per la precisione al civico 190, si possono fare incontri felini di un certo livello, è una di quelle. Arancia, la gattona arancione e bianca, diventata la mascotte del quartiere Villanova, aspetta – o meglio, lei è lì, poi se la gente passa davanti a casa sua e vuole grattarla ben venga – sdraiata nella sua fioriera, cedutale dalla padrona Tiziana la quale, suo malgrado, ha potuto solo constatare che è il gatto a disporre delle sue cose e non lei. Otto anni di morbidezza e occhi verdi che ipnotizzano chiunque, anche i più diffidenti verso i gatti, Arancia è un’istituzione del quartiere, al punto che turisti e abitanti non possono non fermarsi a salutarla. E c’è persino chi l’ha immortalata in versione cartoon in una tazza. Insomma, anche Arancia è entrata ufficialmente nella top ten, o meglio eleven, delle “attrazioni” cagliaritane.

 

 

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