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Rivoluzione ciclabile in Sardegna. Dal 2019 al via i primi cantieri per la grande rete ciclabile regionale

Favorire la mobilità sostenibile locale e ampliare l’offerta turistica regionale includendo finalmente la bicicletta fra i mezzi di trasporto tradizionali come bus e treno. Sono questi gli obiettivi del grande progetto di Rete ciclabile regionale che sarà realizzato nei prossimi anni in Sardegna.

Piste ciclabili realizzate ex novo o recuperate dalle linee ferroviarie dismesse – l’Arst ne conta 350 km – che seguiranno degli itinerari pensati per rispondere alle esigenze di diverse tipologie di ciclisti e per coinvolgere i territori e le loro specificità non solo paesaggistiche. Centrale nella progettazione l’intermodalità, cioè la possibilità di favorire l’integrazione dell’uso mezzi di trasporto pubblico, autobus, treni e tram, attraverso la predisposizione negli autobus e nei treni di sistemi per trasportare le bici a bordo; così come la possibilità di raggiungere i nodi aeroportuali e portuali, accanto alle stazioni (49) e alle fermate degli autobus Arst (432 fermate). Non solo, saranno incluse nella rete anche le ciclo stazioni che forniscono servizi ai ciclisti, così come i parcheggi custoditi per le biciclette.

Un progetto ambizioso che vede la realizzazione di 52 itinerari ciclabili in tutta l’isola, di cui 5 prioritari e 6 integrati bici-treno, che toccano 256 centri abitati, per un totale di 2642 km (il 60% dei quali si appoggerà ad infrastrutture già esistenti) e un costo complessivo che si aggira intorno ai 280 milioni di euro, finanziati da qui al 2024. Entro il 2019 partiranno i primi cantieri ed entro il 2017 sarà completata la fase di pianificazione affidata all’Arst e iniziata nel 2015. L’anno scorso è stato presentato il piano realizzato dall’Arst in collaborazione con il dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università degli studi di Cagliari. Quest’anno, poi, il piano è stato presentato al Ministero dei Trasporti e il 9 agosto scorso è stato firmato il protocollo d’intesa con il quale il progetto riceverà dal ministero 110 milioni di euro, con 2 milioni di euro più altri 7 già finanziati. Ora si aspetta la VAS (Valutazione ambientale strategica) per conoscere l’impatto ambientale della rete di cui riportiamo i numeri:

41 itinerari ciclabili per un totale di 2000 km;
4 itinerari del Piano Sulcis per un totale di 110 km;
un itinerario di penetrazione urbana di Cagliari per un totale di 40 km;
6 itinerari integrati bici-treno per un totale di 550 km;
11 parchi ciclistici raggiungibili attraverso gli itinerari,
per un totale di 2642 km in 52 itinerari.

La Sardegna si appresta, quindi, a diventare una meta turistica senza stagioni ma allo stesso tempo punta a trasformare la mobilità dei suoi cittadini, diffondendo l’utilizzo quotidiano della bicicletta. È un grande mercato, infatti, quello del cicloturismo, che in Europa vale 44 miliardi di euro all’anno, 2 miliardi in Italia, primo produttore europeo di biciclette. E la Sardegna vuole avere la sua fetta di questo mercato, puntando sulla bellezza dei suoi paesaggi e sulla bontà dei prodotti enogastronomici tipici dei paesi che si incontrano lungo i percorsi. Gli esperti hanno stimato che, quando l’intera rete sarà pronta, saranno circa 1.628.000, fra residenti e turisti, coloro che ogni anno utilizzeranno la rete. Per la sua rilevanza e strategicità, la grande ciclovia sarda è stata inserita nel Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche che conta altre otto ciclovie e punta ora all’inserimento in EuroVelo, la rete di rilevanza europea.

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