Sardegna e Bielorussia, nozze d’argento. Per il Progetto Chernobyl 25 anni di accoglienza
Estate solidale delle famiglie sarde a favore dei bambini bielorussi, come da tradizione ormai venticinquennale. Le nozze d’argento fra la nostra Isola e la sfortunata zona della Bielorussia che subì più di altri i disastrosi effetti del il più gravi
Estate solidale delle famiglie sarde a favore dei bambini bielorussi, come da tradizione ormai venticinquennale. Le nozze d’argento fra la nostra Isola e la sfortunata zona della Bielorussia che subì più di altri i disastrosi effetti del il più gravi incidente nucleare della storia, sono un traguardo di cui andare fieri. Lo scorso 7 giugno l’arrivo del gruppo “3 mesi”, il 28 giugno quello dei gruppi “2 mesi” e “1 mese” (luglio). Proprio per quest’ultimo contingente di bambini bielorussi, dopo un soggiorno di un mese in Sardegna, è arrivato il momento del rientro in patria. Domani ci sarà un vero e proprio cambio della guardia, perché nella stessa giornata è previsto l’arrivo del gruppo “1 mese” (agosto).
Proprio in occasione dei venticinque anni di accoglienza dei bambini bielorussi nella nostra Isola, il 2017 è stato dichiarato Anno della Cultura Bielorussa in Sardegna.
Un motivo d’orgoglio ed un esempio per tutti è quello che da venticinque anni danno le tantissime famiglie sarde che, rinnovando questo appuntamento di solidarietà fatto di gesti veri e concreti, aprono le loro case ai bambini bielorussi.
Un aiuto che si traduce in una vera e propria boccata di aria sana per questi bambini. Grazie al Progetto Chernobyl i piccoli possono godere di un periodo di permanenza lontano dalle zone contaminate, con una dieta ricca di proteine e vitamine consente di eliminare fra il 50% e il 70% degli isotopi radioattivi, con particolare riferimento al cesio 137 che si accumula dell’organismo dei bambini.
La Centrale Nucleare di Chernobyl pur trovandosi in Ucraina ha riversato in Bielorussia oltre i due terzi del materiale radioattivo fuoriuscito. (Chernobyl si trova a soli 5 chilometri dalla frontiera Bielorussia, e purtroppo il giorno dell’incidente i venti soffiavano in direzione del territorio bielorusso)
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