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Catturato grazie a un materasso: finita la latitanza di Johnny lo Zingaro. In prima linea nell’operazione Alfredo Fabbrocini, ex capo della Mobile di Cagliari

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Alfredo Fabbrocini, ex dirigente della Squadra Mobile di Cagliari e ora al comando della II Divisione della Direzione Centrale Anticrimine dello SCO -Servizio Centrale Operativo di Roma, in prima linea per la cattura di Johnny lo Zingaro, al secolo Giuseppe Mastini, il latitante in fuga da quasi un mese.

Giuseppe Mastini, soprannominato Johnny lo Zingaro o il Biondino, venne condannato alla pena dell’ergastolo nel 1989 per aver commesso i reati di furto, rapina, omicidio e sequestro di persona. Si trasferì a Roma con i suoi genitori, di etnia sinti, all’età di 10 anni, vivendo in una roulotte e occupandosi, durante la giornata, di gestire le giostre e poi commettendo furti con il clan della criminalità giovanile del Tiburtino. Nel 1989 verrà condannato all’ergastolo dopo aver commesso una serie di crimini e viene prima trasferito nel carcere di massima sicurezza in Sardegna a Badu e’Carros e successivamente trasferito al carcere di Fossano dove, a seguito di un permesso concesso per buona condotta, riuscirà ad uscire e a non farne ritorno, fino a ieri, 25 luglio, giorno della cattura.

La fuga del biondino si è conclusa dopo ben 25 giorni di latitanza, che ha trascorso insieme alla compagna Giovanna Truzzi, scomparsa anch’essa dall’abitazione a Pietrasanta dove stava scontando gli arresti domiciliari. Johnny e la donna sono stati seguiti dai poliziotti e dagli uomini della Penitenziaria fino a quando non sono arrivati a Taverne d’Arbia. Qui, sempre secondo quanto si apprende da fonti qualificate, la coppia è stata ospitata da alcuni parenti di lei. Che in vista dell’arrivo dei due “ospiti” avevano ordinato un nuovo materasso. Ed è qui che i poliziotti hanno messo in atto lo stratagemma che ha consentito la cattura: gli agenti si sono sostituiti ai corrieri e, una volta all’interno dell’appartamento, hanno verificato e segnalato la presenza dell’uomo, facendo scattare il blitz coordinato dal Servizio centrale operativo.

Il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, si è congratulato con il capo della Polizia, Franco Gabrielli per la cattura del pericoloso latitante. Nessuno si sarebbe aspettato una sua fuga, in carcere era una persona estremamente tranquilla, tanto da aver ottenuto da circa un anno del regime di semilibertà; si recava quotidianamente dal mese di novembre alla scuola della Polizia Penitenziaria di Cairo Montenotte, Savona, per svolgere dei piccoli lavoretti, fino allo scorso 30 giugno, giorno della sua fuga dall’abitazione di Taverne D’Arbia.

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