Sul profilo Facebook di Riccardo Madau, il ragazzo di 25 anni di Sant’Elia che ha quasi ucciso la fidanzata Manuela Picci, 26 anni di Assemini, per poi suicidarsi gettandosi da un cavalcavia, come foto copertina c’è un foto con una scritta evidentemente dedicata a lei: «Sei più bella te che un gol di Totti al derby». Manuela a quella dedica aveva risposto con un cuore rosso, come fanno gli innamorati ai tempi dei social. Ieri quell’amore, durato quattro anni, è diventato altro, violenza. Riccardo si è tolto la vita e Manuela è in coma per le botte ricevute.

Gli inquirenti della Squadra Mobile stanno cercando di capire esattamente cosa sia successo. Secondo le prime ricostruzioni Riccardo e Manuela erano in giro con amici per locali in centro a Cagliari e già in quelle ore avrebbero litigato più volte. Dopo, intorno alle 3, Manuela ha deciso di riaccompagnare a casa il fidanzato con la sua auto. «Lo riaccompagno e torno da voi», avrebbe detto agli amici.

Prima però i due si sono fermati nel parcheggio dello stadio Sant’Elia. Li è nata una nuova discussione molto più accesa e culminata in una lite violenta. Riccardo avrebbe quindi colpito ripetutamente la fidanzata sul volto, lasciandola a terra insanguinata. Dopo Manuela ha provato a mettersi in fuga, ma è svenuta. Il giovane, convinto di averla uccisa, non ci ha visto più, ha raggiunto il ponte poco distante e si è gettato nel vuoto rimanendo ucciso.

La Procura di Cagliari ha aperto un fascicolo per sciogliere tutti i dubbi. Non è ancora chiaro se la violenta lite sfociata in aggressione da parte di Madau sia avvenuta all’interno o all’esterno dell’auto. Intanto la cittadina di Assemini, dove i due convivevano a casa dei genitori di Manuela Picci, è molto scossa per l’accaduto. La speranza di tutti è che Manuela possa uscire presto dal coma farmacologico e guarire in fretta.

Sardegna terra del vino: è vero oggi quanto era vero 60 anni fa.

Lo dimostra questo documentario Rai, pubblicato su Youtube da PMRec Sardinia.

A differenza di oggi però l’Isola, che produceva grandi quantità di uve e di vino, non aveva molte cantine ed esportava soprattutto le vinacce per i tagli del “Continente”.

Ancora veniva usato da molti l’antico metodo della pigiatura, ma si iniziava a intravedere i barlumi del vino prodotto su scala industriale, oggi uno dei settori più attivi e fiorenti della Sardegna.