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Il primo ritiro del Cagliari in Serie A ricordato dal figlio del mitico Arturo “Sandokan” Silvestri, l’uomo della storica promozione nella massima serie

Il primo ritiro del Cagliari in Serie A ricordato dal figlio del mitico Arturo “Sandokan” Silvestri, l’uomo della storica promozione nella massima serie.

Il primo giorno di agosto del 1964 partiva l’avventura del Cagliari targato Serie A, oggi come allora incognite ed entusiasmo accompagnano la stagione che ha appena preso il via.

Alberto Silvestri con il padre.

Oggi è cominciato inizia ufficialmente il ritiro del Cagliari a Pejo in vista della stagione calcistica 2017-18. Addetti ai lavori e tifosi saranno, in questi giorni, intenti a scorrere la rosa della squadra per valutarne potenzialità e punti deboli. Anche l’estate del 1964 vedeva i tifosi rossoblù curiosi e trepidanti, quella calda stagione precedeva infatti il primo campionato del Cagliari in Serie A. Un torneo ricco di incognite, come si sarebbe comportata la squadra? Avrebbe retto all’impatto con la difficile prova che l’aspettava? E Riva, il gioiellino di appena 19 anni, avrebbe confermato le ottime prestazioni della sua prima stagione cagliaritana? Tutte domande che attendevano risposte sui campi da gioco. Intanto proprio ai primi giorni di luglio giunge la notizia che il Bologna, neo campione d’Italia, ha offerto centoventi milioni per aggiudicarsi Riva, ma Rocca è irremovibile, Riva deve rimanere a Cagliari come punto di forza della nuova squadra guidata da “Sandokan” Silvestri. Negli stessi giorni giungono anche i neo acquisti, i giornali pubblicano la notizia dell’acquisizione di Nenè dalla Juventus e di Gallardo dal Milan. L’inizio del ritiro è fissato per sabato 1° agosto a San Marcello Pistoiese, una località posta ad oltre 600 metri di altitudine sull’Appennino toscano. Di quei giorni ci fornisce uno speciale ricordo Alberto Silvestri, figlio dell’indimenticato tecnico del Cagliari “Sandokan”, che visse, tra il 1964 ed 1966, a contatto con la squadra.

Ci racconta qualcosa di quel ritiro che precedette il primo campionato di Serie A?

«In quel momento ci trovavamo in un periodo di pieno boom economico, ma allora avevo solo 17 anni e pensavo solo a godermi la vita senza in maniera spensierata. Mi ricordo che la squadra era stata divisa in due parti nel residence: Villa 1 e Villa 2. Una era seguita da mio padre, l’altra dal suo secondo Conti, il quale soffriva il buio. Ricordo i continui scherzi che riceveva, a tal proposito dal povero Longo, quante risate».

Con quali calciatori del Cagliari legò di più?

«Sicuramente con Vescovi toscano come me poi Martiradonna, ma tutti erano dei ragazzi veramente speciali».

Lei ha conosciuto di persona il primo Gigi Riva, che tipo era? Cosa la colpiva di lui?

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