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Nel giorno dell’anniversario, faccia a faccia con chi vive il mercato di San Benedetto ogni giorno

Tradizione, cibo e socializzazione, questi i tre elementi che hanno caratterizzato i festeggiamenti per i 60 anni del Mercato di San Benedetto. Ma sono gli stessi che i tanti clienti ritrovano ogni giorno tra i banchi di pesce, carne e verdura. Abbiamo parlato con alcuni operatori della “vecchia scuola” del mercato, che nel tempo per molti di loro è diventata una seconda casa.

Il proprietario del chiosco di frutta e verdura “Fruttomania” ci ha raccontato: «Ci sono da 50 anni, ne ho 76 e per me il mercato è come casa mia. All’inizio c’erano i miei genitori poi sono subentrato io. Dopo un po’ si è aggiunta mia moglie che lavora ancora con me. Le cose sono cambiate molto per via della crisi, ma la gente che viene sempre sa che da noi trova la qualità dei prodotti locali».

Sono più o meno le stesse le parole del macellaio Sergio Serra: «L’attività va avanti dal 1958 di generazione in generazione. Mio padre ha iniziato come aiutante e poi nel 1962 ne è diventato titolare. Abbiamo notato delle differenze dalle origini fino ad oggi. Prima esisteva solo questo mercato, oggi con i supermercati e i centri commerciali non è come prima. Ma questa è casa nostra. Mio padre o chiunque come lui lavora qui da tutto questo tempo, lontano dal mercato si sentirebbe un pesce fuor d’acqua».

Sergio Serra e suo padre Nino, proprietari della macelleria da più di 50 anni.

«Questo box esiste da quando lo aprì mio padre nel ’57, le cose sono cambiate si, ma non più di tanto. Più che altro è cambiata la gente, non si lavora più come prima ma questa è casa mia», dice signor Enzo del box del pesce.

Il signor Enzo a lavoro nel suo box del pesce

Presente anche l’Assessora al Turismo, Attività produttive e Pari Opportunità, Marzia Cilloccu, organizzatrice dell’evento. «È la festa del mercato più importante non solo di Cagliari ma anche d’Italia – racconta entusiasta – la qualità della sua gastronomia è conosciuta da turisti e clienti.  Il bello di San Benedetto e di tutti i mercati civici della città è che i prodotti sono completamente a km zero e questo significa eco-sostenibilità e lavoro per tutti gli occupanti del territorio. Inoltre siamo riusciti a creare un connubio con il Teatro Lirico, che esprime la cultura dell’ottima musica come San Benedetto esprime la cultura di un ottima gastronomia. Noi dobbiamo puntare nel farci conoscere  non solo per le nostre bellezze ambientali e naturalistiche ma anche per la qualità dei nostri prodotti gastronomici. L’importante è che questa cassa di risonanza vada oltre questa giornata, per avere una buona affluenza tutti i giorni».

Marzia Cilloccu, Assessora alle Attività produttive, Turismo e Politiche delle pari opportunità

Gli aperitivi musicali del Teatro Lirico che dureranno fino alle 17, hanno visto protagoniste durante la mattinata le percussioni del maestro Filippo Gianfriddo e nel pomeriggio continuerà l’intrattenimento con il quintetto di ottoni dei maestri Lorenzo Panebianco, Vinicio Allegini, Luigi Corrias, Claudio Lotti e Luca Mangini e più tardi con l’esibizione jazz  del Mambo Django Quartet.

Tutto o quasi sembra brillare in quello che è il mercato civico più grande d’Europa. «L’unica pecca di questo mercato è il fatto che l’ascensore non funziona e le scale mobili sono bloccate da molto tempo», ci confida una signora, cliente fissa del mercato da più di vent’anni.  Ascensori e scale mobili a parte i clienti, abituali e non, sorridenti e felici, di San Benedetto non ne possono fare a meno.

il piano del pesce

Degustazioni di terra

 

 

 

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