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Il movimento per la libertà di scelta sui vaccini scende in piazza. Sabato manifestazione a Cagliari

«Non chiamateci genitori anti-vaccini». È l’appello che il movimento Vaccipiano Sardegna fa al mondo dei media, considerato troppo spesso superficiale sul tema dell’obbligatorietà dei vaccini, previsto dal disegno di legge del Governo e che verrà discusso il prossimo 26, 27 e 28 giugno in Parlamento.

Per chiedere la libertà di scegliere se e quali vaccini poter somministrare ai propri figli, sabato 3 giugno alle 13 ci sarà una manifestazione che attraverserà la città da viale Trento a Piazza del Carmine. Una marcia silenziosa organizzata da un’associazione di genitori che conta circa 1200 aderenti, e alla quale dovrebbero unirsi l’associazione Comilva e il Movimento Giovanile del Risveglio. Il DDL prevede l’obbligatorietà di dodici vaccini: oltre i quattro contro polio, tetano, epatite e l’anti-difterica, ai quali si aggiungono i due contenuti nell’esavalente (contro pertosse e emofilo B), sarà necessaria la somministrazione dei vaccini contro morbillo, rosolia, varicella, parotite, meningococco B e C.

Il movimento che sfilerà sabato, chiede una personalizzazione nel trattamento, lasciando alla responsabilità genitoriale, attraverso un consulto medico, la scelta se vaccinare i propri figli, e nel caso quale percorso scegliere:« Gli studi effettuati sui vaccini non sono mai stati trasparenti – spiega Chiara Cattò di Vaccipiano Sardegna – Le ricerche sugli effetti collaterali sono troppo ad ampio raggio, e non tengono conto dei contesti ambientali e di età. Chiediamo soltanto che la scelta non venga imposta dall’alto, ma che ciascun genitore possa scegliere il meglio per il proprio figlio, tenendo conto delle sue caratteristiche fisiche, del peso, dell’età, e di tanti fattori che una scelta obbligata e uguale per tutti non considera. Io stessa – continua la Cattò – ho vaccinato i miei primi due figli, ma per il terzo stiamo cercando di seguire un percorso vaccinale che sia adatto a lui».

Il nocciolo della questione si incentra però sulla comparazione fra rischi e benefici: è necessario capire se eventuali controindicazioni siano più probabili rispetto ai benefici del vaccino, così come accade per tutti i tipi di farmaci. La Cattò sposta l’attenzione sull’attendibilità o meno delle pubblicazioni in materia: «Innanzitutto in Sardegna manca un’anagrafe vaccinale, e poi è necessario considerare l’impact factor, nel senso che non tutti i ricercatori né tutte le riviste e le pubblicazioni hanno lo stesso prestigio o la stessa attendibilità»

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