L’uomo-panda del Giro d’Italia: ecco chi si nasconde dietro il pupazzone bianco e nero che rincorre i ciclisti con una birra
La passione per il ciclismo e lo sport l’ha sempre avuta ma, qualche anno fa, ha deciso di fare di più: ha unito il suo spirito ironico e orgogliosamente sardo alla voglia di seguire i suoi sportivi preferiti. Ed ecco
La passione per il ciclismo e lo sport l’ha sempre avuta ma, qualche anno fa, ha deciso di fare di più: ha unito il suo spirito ironico e orgogliosamente sardo alla voglia di seguire i suoi sportivi preferiti. Ed ecco che, nel 2013 è nato l’uomo-panda, alias Simone Congiu. Il 33enne cagliaritano, ormai residente da 7 anni in Trentino, è un grande appassionato di sport: «Fin da quando ero piccolo ho provato di tutto, dal calcio al tennis al ciclismo, dove gareggiavo a livello regionale. In Trentino sono diventato guida federale di mountain bike e ora mi sto dedicando anche allo sci!».
Ma, dopo aver scoperto chi è Simone, cerchiamo di capire chi o cosa sia il panda: per chi ancora non lo sapesse, il cagliaritano durante il Giro d’Italia (e anche altre competizioni ciclistiche), smette i panni di Simone Congiu e prende quelli di un grande panda. Ebbene si, dal 2013 si traveste con un costume peloso bianco e nero e accompagna i ciclisti nella corsa, per lo più a fine percorso. La domanda nasce spontanea: perché? «È successo tutto per caso: durante una tappa sulle cime di Lavaredo, vestito con la mia immancabile maglia dei 4 mori, ho cercato di offrire a Pavel Brutt e Fabio Aru una birra». Si, avete letto bene: Simone non solo si travesta da panda ma, mentre corre con i ciclisti, passa loro una birra. «Quella è stata la mia prima apparizione tv e un amico mi consigliò di rendermi più visibile!».
Missione riuscita: fu così che acquistò un costume da panda che, da allora, lo accompagna durante tutti gli “inseguimenti” ai ciclisti ai quali può partecipare. Panda in ricordo del mitico pandino Fiat («che non si fermava mai neanche in salita») e in omaggio all’allenatore di Nibali, soprannominato Kung Fu Panda. La squadra dell’Astana addirittura una sera, dopo una tappa, lo invitò a cenare insieme: «Mi hanno accolto presso il ritiro e ho passato una serata intera con loro e mi hanno anche svelato qualche segreto del ciclismo. L’emozione più grande è stata cenare e giocare a carte con tutti i miei idoli!».
A far parte della squadra dell’Astana anche il compianto Michele Scarponi. A lui, prima delle sua scomparsa fece una promessa: «Lo vidi a Innsbruck, per il Tour of the Alps (che oltretutto vinse, ndr). Lui rise e mi promise, una volta a Cagliari per la tappa del Giro, di fotografarsi assieme a me vestito da panda. E quando sono stato in città, lo scorso 7 maggio, in onore a lui non mi sono travestito». Uno dei punti fondamentali su cui si basa l’omaggio di Simone ai suoi sportivi del cuore è infatti il rispetto: «Faccio le mie comparsate in punti nei quali non disturbo i corridori. Loro faticano, combattono duramente e vivono di questo. Mai potrei permettermi di poterli disturbare. E se non mi inquadrano, non importa, io vado lì per divertirmi!».
E anche per far conoscere la sua terra, la Sardegna: «Mi porto sempre dietro un grande zaino pieno e, prima della “vestizione” offro pane carasau, mirto, salsiccia e formaggio, rigorosamente made in Sardinia, a tutti quelli che si avvicinano. Sapeste quante amicizie sono nate in questi anni!». Le prossime tappe alle quali l’uomo panda sarà presente saranno: sabato 20 maggio al Santuario di Oropa, il 24 e il 25 nelle tappe in Val di Fassa e Val Gardena e il 27 durante l’ultima tappa con le salite di montagna. Quindi, mi raccomando, da oggi, occhio al panda!
Per contattare l’uomo panda: su Facebook al suo profilo “Simone Popolo Sardo Congiu” e alla pagina “Simone Sardo DOC”
© RIPRODUZIONE RISERVATA