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Flop di visitatori alla Fiera di Cagliari. Padiglioni deserti e un’atmosfera surreale

L'ingresso della Fiera di Cagliari

L'ingresso della Fiera di Cagliari

«Si avvisano i signori visitatori che alle diciotto e trenta è prevista una degustazione di vini». L’annuncio dagli altoparlanti produce quasi una eco surreale. Non stiamo parlando di un villaggio fantasma, con le balle di fieno che rotolano per le strade vuote, ma di quello che fino a una decina di anni fa era uno degli eventi più partecipati di Cagliari.

Viali deserti a Sardegna in Fiera

Non è bastato cambiare nome, passare da Fiera Campionaria a Sardegna in Fiera, e nemmeno rendere l’ingresso libero. Chi ha visitato la fiera di Cagliari in questi primi due giorni di apertura si è trovato di fronte un paesaggio desolante. Pochi stand, ancora meno visitatori. Un circolo vizioso, gli stand sono pochi perché i visitatori sono pochi, e viceversa, la scarsa offerta non attira le persone. In più niente giostre, che solitamente richiamano i più giovani. La presenza dei giochi in concomitanza con la chiusura delle scuole per Sa die de sa Sardigna forse il paesaggio sarebbe stato meno spettrale. Una desolazione insomma, e parlando con espositori, commercianti, le prospettive per il futuro non sono delle migliori. Lungo il viale d’ingresso, i titolari di alcuni stand ne parlano preoccupati: «Noi veniamo dalla Sicilia, abbiamo affrontato spese per il viaggio e abbiamo pagato l’Ente Fiera per stare qui – dice una ragazza dal chiaro accento siciliano – Di certo il prossimo anno non correremo lo stesso rischio». Il ragazzo che ha lo stand a fianco se la prende anche con la Direzione: «Ieri era addirittura peggio, e gli stand erano addirittura nascosti ai pochi visitatori. Se una persona arriva e vede un viale completamente vuoto, gira i tacchi e se ne va».

Pochissimi visitatori anche all’interno dei padiglioni

I toni delle poche persone che si aggirano fra gli spazi espositivi sono gli stessi: «Veniamo da Serramanna alla Fiera da qualche decina di anni per passare una giornata di svago – spiega un signore – è triste vedere questo declino, una città come Cagliari si merita di più». Come se non bastasse, la presenza di pochi visitatori crea anche qualche malcontento fra gli espositori che promuovono la cultura sarda e gli stand più strettamente commerciali. Questa mattina alcuni artigiani appartenenti ai consorzi sono stati richiamati per aver venduto i loro prodotti. Nel frattempo, tutti si augurano che nei prossimi giorni l’afflusso dei visitatori aumenti. La presenza del Cagliari Calcio domani pomeriggio potrebbe dare una mano, e il primo maggio potrebbe aiutare a rendere gli spazi fieristici meno simili ad un villaggio fantasma del Far West, altrimenti dagli altoparlanti anziché gli annunci degli eventi, sarebbe più adatto ascoltare la colonna sonora di Mezzogiorno di Fuoco.

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