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La nuova vita di Roberta, la bimba di sette anni che torna a sorridere grazie alla protesi bionica

Roberta con la sua nuova mano

Roberta è una bambina di sette anni come tutte le altre che però è nata senza la mano sinistra. La sua mano e le sue dita sono piccolissime e inutilizzabili perché prive di sensibilità, tanto da non poterle neanche muovere. Dall’età di tre anni deve portare una protesi estetica fornita gratuitamente dalla Asl, che ogni anno va cambiata. Perciò la famiglia si reca annualmente all’ospedale di Budrio, in provincia di Bologna, (frequentato anche dall’ex pilota di Formula Uno, Alex Zanardi) per prendere le misure della nuova protesi. Che però a Roberta non piace affatto, perché scomoda e inutile.

Il più bel regalo di Natale per la piccola Roberta

A dicembre Babbo Natale le ha portato in dono una protesi che, mediante il movimento del gomito e del polso, le consente di afferrare e spostare gli oggetti senza difficoltà perché questo sistema permette alle dita della protesi di muoversi. Una sorta di mano bionica o “manina topina”, come la chiamano simpaticamente in casa, ideata da un’associazione di volontariato americana, E-Nable.

«Li abbiamo contattati ma avevano moltissime richieste e ci hanno detto che avremmo dovuto aspettare a lungo – racconta la mamma di Roberta – Quindi ci hanno dato il numero di un giovane ricercatore venezuelano residente a Siena che in poco meno di un mese ci ha fatto recapitare direttamente a casa nostra due mani bioniche colorate realizzate tramite una stampante 3D e personalizzate secondo i gusti della bambina. Ce ne sono di tutti i tipi, perfino con i simboli dei personaggi dei cartoni animati, come le principesse o, per i maschietti, i supereroi. Il tutto, gratuitamente, il ragazzo non ha voluto neanche un euro. Ovviamente all’inizio per lei era una novità e, non essendo abituata a usare l’arto sinistro, ha dovuto fare un po’ di esercizi di allenamento. Adesso non ci sono più problemi».

Un regalo molto apprezzato da Roberta e che ha suscitato anche la curiosità dei suoi compagnetti di classe. «Prima la prendevano in giro, avevano addirittura paura di avvicinarla. Quando, ad esempio, facevano il girotondo, non le volevano toccare la mano sinistra. Lei ovviamente ne ha sofferto ed era diffidente verso tutti perché abituata agli altri bambini che le si avvicinavano incuriositi. Da quando ha le nuove protesi, invece, è serena e non le importa se qualcuno la guarda ancora con sospetto. In generale, però, ora viene accettata e coinvolta dai suoi compagni, senza più prese in giro. » conclude la madre.

La mano bionica di Roberta

 

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