“Stremati ma riconoscenti”. Un volontario della Protezione Civile racconta l’esperienza con i migranti sbarcati a Cagliari
Sono più di 5000 i profughi arrivati finora nel 2016 al porto di Cagliari a bordo delle imbarcazioni che li hanno soccorsi in mare al largo delle coste libiche. Una cifra che, purtroppo, è destinata a salire sino alla fine dell’anno. Esseri
Sono più di 5000 i profughi arrivati finora nel 2016 al porto di Cagliari a bordo delle imbarcazioni che li hanno soccorsi in mare al largo delle coste libiche. Una cifra che, purtroppo, è destinata a salire sino alla fine dell’anno. Esseri umani provenienti da paesi sconvolti da guerre e carestie: Siria, Iraq, Libia, Etiopia, Eritrea, Somalia, Sudan, Gambia, Costa D’Avorio, Nigeria e Ghana.
Nel loro lungo viaggio della speranza incontrano anche tante persone disposte a dar loro una mano, almeno per quanto riguarda i primi soccorsi e le prime sistemazioni. Tra loro vi sono i volontari delle varie associazioni umanitarie e civili. Carlo Olla, 46 anni di Uta, presta servizio da un anno presso la Protezione Civile Arci di Assemini (Prociv ) ed è stato in prima fila il 6 ottobre, in occasione dell’ultimo sbarco al porto del capoluogo isolano: 1258 persone arrivate a bordo della nave spagnola Rio Segura.
La gente vi considera eroi per quello che fate in favore dei più disagiati e delle vittime di catastrofi naturali come terremoti e alluvioni. Aiutate anche i profughi che sbarcano nei nostri porti. Cosa significa essere un volontario della Protezione Civile?
<< La divisa che indosso mi riempie di orgoglio. Essere un volontario significa mettersi a disposizione di chi ha più bisogno e quindi fare opere di bene. Personalmente, per me è come una grande famiglia: qui ho trovato quello che cercavo da tanto tempo, avendo fatto anni di volontariato all’ospedale Santissima Trinità di Is Mirrionis, cercando di stare vicino a i più deboli ed entrare in sintonia con loro. Far parte della Protezione Civile è stato il mio sogno da sempre. La Prociv Arci Assemini, la cui presidentessa è Anna Luigia Cascino, è la più vecchia associazione di volontariato della Sardegna ed è conosciuta in tutta Italia>>.
Come opera un volontario della Protezione Civile quando c’è da assistere i profughi appena sbarcati?
<< Al momento dello sbarco, i migranti vengono fatti scendere dalla nave a gruppi; ogni individuo ha un cartellino con un numero che serve per identificarlo. Dopodiché, vengono accompagnati a fare le prime visite sanitarie di routine. Il volontario sta sempre al loro fianco per fornire un supporto morale e psicologico. In seguito, li portiamo al posto di polizia dove si procede all’identificazione di tutti>>.
In che condizioni sono i migranti quando arrivano a Cagliari?
<< Come prevedibile, molti arrivano stremati. Le donne incinta e quelli che versano in condizioni più gravi vengono portati subito in ospedale. In generale, le condizioni di salute in cui versano quando arrivano qui da noi sono buone, principlamente per via del fatto che quando vengono soccorsi in mare, sono medicati e curati a bordo della nave>>.
C’è un caso che ti ha maggiormente colpito?
<< Tra i tanti episodi, ce n’è uno in particolare che mi rimarrà sempre impresso: un ragazzo, dopo che era passata qualche ora da quando lo avevo assistito, mi si è avvicinato e, mettendosi la mano al petto, mi ha ringraziato di cuore per ciò che avevo fatto per lui; in quel momento ho realizzato che, anche se non ci capiamo perché non parliamo la stessa lingua, basta un piccolo gesto e uno sguardo per capire che noi volontari in quel momento siamo stati enormemente di aiuto per loro>>.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo sapevate? In Sardegna si trova “Il fungo”, uno degli ultimi rifugi preistorici
Questo antico roccione, che sembra davvero un enorme fungo, è stato nel tempo un rifugio per i pastori e un ovile per le bestie. E ancora oggi "Sa Conca" risulta abitata
Il Monte Ortobene, a Nuoro, è meta obbligata per passeggiate e piccole escursioni per i nuoresi e per i turisti da sempre. Per visitarlo si parte di solito dalla Chiesetta della Solitudine, per poi scegliere il percorso da seguire che si desidera.
Uno di questi sentieri, sul monte, conduce a un luogo di particolare interesse turistico e che non può lasciare indifferenti, sia per la sua storia che per la sua curiosa forma. Stiamo parlando di “Sa conca”, detta anche “Il fungo”, situata sul ciglio della strada che porta al parco nuorese di Sedda Ortai. Un luogo assolutamente unico in Sardegna.
Questo antico roccione, che sembra davvero un enorme fungo, è stato nel tempo un rifugio per i pastori e un ovile per le bestie. E ancora oggi “Sa Conca” risulta abitata e rivolta al futuro. A gestire oggi l’antica struttura è, infatti, la famiglia Salvietti, una famiglia di caprari da generazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA