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Rubrica giovani. Compiti delle vacanze: qui prodest?

Fatidico quesito: compiti per le vacanze, qui prodest? A chi giovano? Forse alla reputazione della scuola, forse agli insegnanti, forse agli studenti?  Il dibattito sui compiti assegnati per le vacanze estive rimane sempre aperto e suscita i pareri più disparati, addirittura divergenti, a diversi livelli.

Alcuni sono a favore: molti pedagogisti sostengono infatti che le lunghe pause estive possono essere dannose, e che rappresentano un’interruzione al consolidamenti delle abilità acquisite. Impegnare quindi i ragazzi per un tempo prestabilito quotidiano può essere utile a fornire una scansione del tempo durante le lunghe giornate trascorse nell’ozio più totale.

Altri, però, sono contrari all’assegnazione dei compiti per le vacanze: l’estate è tempo di riposo, è necessario ‘ricaricare le batterie’ in vista delle fatiche della monotona routine invernale, ed è importante rilassare la mente e il corpo prima del nuovo anno scolastico.

Considerando quindi i ‘pro’ e i ‘contro’ riguardo questo argomento, la soluzione forse più ottimale da prendere sarebbe valutare da caso a caso in relazione allo specifico studente e ai possibili, molteplici fattori da tenere in conto. Inoltre, è da valutare anche l’aspetto del tempo da dedicare allo studio: è buona norma modulare i tempi da impiegare nelle attività.

In veste di studentessa, suggerirei una ‘via di mezzo’, un’alternanza tra lavoro e riposo, tra impegno e gioco, perché trascorrere l’intera estate senza aprire un libro e poi rincorrere i compiti e il ripasso qualche giorno prima del vicino percorso scolastico potrebbe avere un forte impatto negativo sullo studente. Dopotutto, ritorna insistente come mantra alla base della vita quotidiana l’ineluttabile ‘prima il dovere, poi il piacere’.

 

(di Angelica Grivel)

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