Lo sapevate? Il teatro di Marcello a Roma ha inglobata una grande abitazione.
Nel cuore di Roma, in un abbraccio secolare tra l’antico e il moderno, si cela uno dei segreti architettonici più affascinanti della città. Ai piedi del Campidoglio, tra le maestose rovine del **Teatro di Marcello**, una delle più antiche costruzioni della Roma antica, si erge un imponente e inatteso palazzo nobiliare: Palazzo Savelli Orsini. L’elemento straordinario è che questa grande abitazione non è semplicemente adiacente al teatro, ma è letteralmente incastonata nelle sue strutture, con l’edificio che ingloba le antiche vestigia romane.
La storia del Teatro di Marcello è una testimonianza della stratificazione unica di Roma, ma la presenza del palazzo nobiliare è ciò che rende il sito ineguagliabile. Il Teatro di Marcello, risalente all’epoca di Augusto, venne trasformato nel corso dei secoli, e i suoi archi e le sue fondamenta furono riutilizzati come base per nuove costruzioni. È proprio su queste solide fondamenta che, nel Medioevo e poi nel Rinascimento, venne eretto il palazzo.
Oggi, chi osserva il complesso può notare la straordinaria coesistenza: il vecchio palazzo nobiliare, che ospita un prestigioso appartamento, utilizza i grandi archi e i pilastri dell’anfiteatro come propria struttura portante. Le antiche rovine romane sono diventate, di fatto, le pareti e il basamento di un’abitazione signorile, creando un effetto visivo e storico incredibile.
Il Palazzo Savelli Orsini, con la sua storia e la sua posizione ineguagliabile, custodisce all’interno degli antichi fornici del teatro un appartamento prestigioso. Vivere in un luogo simile significa abitare in un autentico museo della storia, dove ogni finestra e ogni stanza si affaccia su duemila anni di storia. Questa fusione tra l’architettura imperiale e l’eleganza nobiliare moderna rappresenta uno dei segreti più affascinanti e meno noti della capitale.
Le abitazioni nel teatro Marcello
Dal medioevo in poi ha subito varie vicissitudini e diversi vari passaggi di proprietà: fu acquistato dai Fabi detti di Pescheria e poi dai Pierleoni. Nel XIV divenne di proprietà dei Savelli che commissionarono a Baldassarre Peruzzi la realizzazione del palazzo. Nel XVIII secolo diventarono proprietari gli Orsini duchi di Gravina che, tramite alcuni lavori, gli diedero la forma che conosciamo oggi. Negli anni Trenta del Novecento furono eseguiti alcuni espropri che ebbero l’obiettivo di liberare ulteriori abitazioni che si erano formate nelle arcate. Negli anni Cinquanta il palazzo passò a Iris Origo, l’autrice di “La guerra in Val d’Orcia, diario italiano”.
Oggi il palazzo è composto da vari appartamenti. Nel principale l’ambiente padronale comprende tre stanze da letto, il salone grande, la biblioteca, la sala da pranzo e una sala da ballo. L’altro appartamento ha tre camere, una cucina, due bagni, una sala da pranzo e una gigantesca terrazza di 75 metri quadrati. Sotto il palazzo ci sono 431 metri quadrati di cantine. Il palazzo è stato messo in vendita nel 2012 alla cifra di 32 milioni di euro.
Le abitazioni nel teatro Marcello
Il maestoso teatro di Marcello, in gran parte ancora conservato, è l’unico teatro antico rimasto a Roma. Innalzato nella zona sud del Campo Marzio, tra il Tevere e il Campidoglio, fu richiesto da Cesare e proseguito da Augusto.
Un’altra curiosità: servì da modello per la costruzione del Colosseo. Quest’edificio fissa lo schema del teatro classico romano, in cui la cavea poggia su strutture in muratura e non su un declivio naturale, come nel teatro greco.
La sobrietà della struttura della facciata ne fece un modello di riferimento per ogni teatro e anfiteatro romano futuro.
Teatro Marcello
L’edificio venne eretto nel Campo Marzio, nel luogo che la tradizione aveva consacrato alle rappresentazioni sceniche.Il progetto fu iniziato da Giulio Cesare, il quale espropriò per largo tratto la zona, demolendo gli edifici esistenti, e come detto venne ripreso da Augusto, con nuovi espropri per ampliare la superficie ed erigere un edificio più grande.
Le abitazioni nel teatro Marcello
Probabilmente completato già nel 17 a. C, il Teatro di Marcello fu dedicato nel 13 o 11 a.C. alla memoria di Marcello, nipote dell’imperatore, destinato alla successione, ma morto a Baia nel 27 a. C.
Restaurato da Vespasiano e da Alessandro Severo, ancora in funzione nel IV secolo, successivamente, data la posizione elevata vicino al Tevere, fu mutato in fortezza di proprietà dei Pierleoni e dei Fabi.
In epoca medioevale venne man mano occupato da piccole costruzioni e si trasformò in un castello fortificato, inizialmente di proprietà dei Faffo o Fabi detti di Pescheria (sec. XII) e poi passato ai Pierleoni (sec.XIV) e quindi dalla seconda metà del XIV secolo ai Savelli, che fecero ristrutturare da Baldassarre Peruzzi il palazzo tuttora esistente sopra le arcate della facciata.
Nel XVIII secolo ne divennero proprietari gli Orsini duchi di Gravina, fino agli espropri degli anni trenta e ai successivi lavori di liberazione (1926-1932), con i quali furono eliminate le numerose botteghe e abitazioni che occupavano le arcate e lo spazio circostante; contemporaneamente i fornici, allora interrati per circa 4 m di altezza, vennero sterrati. I restauri comportarono il consolidamento di una parte delle arcate interne, con speroni in mattoni, e il rifacimento di parte della facciata, con ripresa dello schema architettonico delle arcate in pietra sperone.
Il Teatro di Marcello era una grandiosa costruzione dal diametro di 130 m, in cui era realizzato in forma compiuta il teatro di tipo romano. La cavea, di forma semicircolare, era su sostruzioni in blocchi di tufo, in opera reticolata e in laterizio, sulla quale si appoggiavano le gradinate in marmo bianco.
Ricostruzione del teatro Marcello
All’esterno era caratterizzato da una facciata in travertino a triplice ordine di cui si conservano i due inferiori ad arcate su pilastri con semicolonne doriche e ioniche. Le chiavi d’arco dei piani inferiori erano decorate da maschere teatrali colossali in marmo, relative a tragedia, commedia e dramma satiresco.
La scena, decorata da colonne e statue di marmi bianchi e colorati, era fiancheggiata dalle due aule o parasceni a triplice navata e completata alle spalle da una grande abside eretta contro le eventuali inondazioni del Tevere. 36 vasi bronzei facilitavano l’acustica. Il teatro era coperto da un velario, e aveva una capienza calcolata in 15.000 posti, 20.000 in caso di necessità.
