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Lo sapevate? A Roma si trova un edificio che sembra uscito da un libro di fiabe

Lo sapevate? A Roma si trova un edificio che sembra uscito da un libro di fiabe.

All’interno di Villa Torlonia sulla Nomentana si trova un edificio che sembra uscito da un libro di fiabe per ragazzi. Si tratta della Casina delle Civette, villa e abitazione del principe Giovanni Torlonia jr. Fu ideata nel 1840 ma ebbe varie aggiunte e modifiche molte delle quali in stile LIberty fino al primo decennio del 1900.

 

La casa ha un aspetto incredibile e fantasioso ricca di torrette, di porticati, di torri, bow-window, maioliche, stucchi e di vetrate policrome che ricordano appunto quelle delle case delle fiabe.

La Casina delle Civette adesso è una ex residenza ed è stata trasformata in museo.

Il nome deriva dal tema ricorrente delle civette all’interno e all’esterno della struttura. Nell’Ottocento era conosciuta come Capanna Svizzera per l’aspetto rustico simile a quello di uno chalet svizzero.

L’edificio è stato ideato nel 1840 da Giuseppe Jappelli su incarico di Alessandro Torlonia. Si presentava come una costruzione rustica con un rivestimento esterno bugnato in tufo e con l’interno dipinto a tempera ad imitazione di rocce e tavolati di legno.

Nel 1908 fu trasformata in “Villaggio medievale” su commissione di Giovanni Torlonia junior, nipote di Alessandro, che affidò i lavori a Enrico Gennari.
In questo periodo vennero aggiunti finestre, loggette, porticati, torrette con decorazioni a maioliche e vetrate colorate.

La prima citazione come “Casina delle Civette” risale al 1916 per via dell’inserimento di 2 vetrate con raffigurazioni di civette stilizzate e, poi, nell’inserimento di decorazioni a forma di civetta un po’ in tutta l’abitazione.

(Foto Antonio De Paolis).

Del 1917 sono gli inserimenti, tra cui le tegole in cotto smaltato dei tetti, nella zona meridionale della casina ad opera di Vincenzo Fasolo in stile liberty. Giovanni Torlonia Junior vi abitò fino al 1938, anno della sua morte.

Durante la seconda guerra mondiale la Casina fu occupata dalle truppe anglo-americane e venne semidistrutta; seguì un periodo buio fino a dopo l’acquisto di Villa Torlonia da parte del comune di Roma avvenuto nel 1978: nel 1991, infatti, la casina fu interessata da un disastroso incendio a cui seguirono furti e vandalismi. Dal 1992 al 1997 la Casina fu oggetto di restauro che l’ha portata all’aspetto attuale.

Le vetrate sono in parte realizzate su disegno di importanti artisti dell’inizio del Novecento: vi sono raffigurate civette, migratori, cigni, pavoni, rose, nastri, farfalle, ali e fiamme e un idolo. Pregevoli sono anche le maioliche che ricoprono i tetti del bovindo e delle loggette, la pavimentazione della sala, il pavimento con il nido di civette sopra l’ingresso.

L’ingresso al Museo – nella cui architrave si legge Sapienza e Solitudine – immette nell’ala novecentesca della Casina. La parte originaria della Capanna Svizzera è il muro con bugnato rustico finto che si vede entrando dal portico d’ingresso. Questa nuova ala presenta decorazioni vegetali, foglie, fiori e festoni di frutta, realizzate da Giuseppe Capranesi. Una scala lignea conduce al piano superiore. Una colonna laterale è in marmo. Il soffitto è ligneo con travi decorate. Il pavimento è interamente in maiolica della Richard Ginori del 1909, mentre le porte sono con intagliature di vetri opalescenti.

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