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Perché nel cuore di Roma c’è un piccolo “Duomo di Milano”?

Perché nel cuore di Roma c’è un piccolo “Duomo di Milano”?

Le forme di questa chiesa vi inganneranno e non crederete ai vostri occhi: siete a Roma ma per un attimo vi sembrerà di essere a Milano. I Romani, che lo conoscono bene, lo chiamano “piccolo Duomo di Milano”. Scopriamo insieme le tante curiosità legate a questa chiesa.

Si trova sul Lungotevere Prati, in mezzo a palazzi di ben altro stile architettonico, non lontano dal Palazzo di Giustizia. Si tratta della Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, un piccolo gioiello neogotico nel cuore di Roma.

Il simpatico appellativo datole è dovuto naturalmente all’incredibile rassomiglianza con la più famosa chiesa milanese. La facciata esterna, infatti, ricca di guglie e pinnacoli, ricorda il Duomo del capoluogo lombardo. 

La costruzione della chiesa iniziò nel 1908 e il progetto venne affidato all’ingegnere Giuseppe Gualandi il quale si ispirò, nella scelta dello stile, al gotico d’oltralpe. L’edificio venne completato nel 1917 e benedetto e aperto al culto il 1° novembre dello stesso anno; il successivo 10 dicembre venne fondata la parrocchia. Papa Giovanni Paolo II ha visitato la chiesa il 1º febbraio 1998.

 

La facciata, interamente in cemento armato, è a salienti e rimarca la suddivisione interna a tre navate con sei pilastri quadrangolari ciascuno sormontato da una guglia. Nella parte inferiore del prospetto si aprono tre portali con strombatura decorata da colonnine in marmo rosso di Verona, ciascuno dei quali è sormontato da una ghimberga e decorato da una lunetta marmorea decorata a bassorilievo: la lunetta centrale raffigura le Anime del Purgatorio, quella sopra la porta di destra la Deposizione di Gesù e quella sopra la porta di sinistra la Resurrezione di Gesù; la ghimberga del portale centrale presenta un altorilievo raffigurante il Sacro Cuore di Gesù tra due angeli. La facciata termina in alto con l’esile campanile a pianta ottagonale sormontato da una croce all’interno della quale vi è un ex-voto a forma di cuore donato da Victor Jouët che lo volle posizionato sulla parte più alta dell’edificio.

L’interno della chiesa, ruotato rispetto all’asse della facciata, è a tre navate di sei campate ciascuna, coperte con volta a crociera e separate da archi a sesto acuto poggianti su pilastri polistili con capitelli scolpiti; i pilastri e i costoloni delle volte sono decorati con bande in pietra grigia e mattoncini rossi, mentre il pavimento presenta inserti in marmo rosso di Verona.

La sua particolarità sta nel custodire un vero e proprio museo dell’oltretomba. Si tratta di una raccolta di libri, immagini e tessuti su cui si pensa siano incise le impronte di anime provenienti dal purgatorio.

Nel 1894 padre Victor Jouet fondò questa chiesa e tre anni dopo un incendio divampò nella cappella della Madonna del Rosario. Una volta spento il fuoco padre Jouet osservò in un fenomeno incredibile: su una parete scorse l’immagine di un volto sofferente in una macchia prodotta dal fuoco.

Il parroco interpretò questa figura come un’anima che dal Purgatorio cercava di comunicare con il mondo dei vivi. Decise così di realizzare un museo dove raccogliere testimonianze lasciate da queste anime tormentate.

Il museo venne approvato dall’allora Papa Pio X affinché venisse data testimonianza che la Chiesa non può negare che le anime dei defunti possano mettersi in contatto con i viventi.

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