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Lo sapevate? Al Foro Italico c’è ancora un obelisco dedicato a Mussolini

Lo sapevate? Al Foro Italico c’è ancora un obelisco dedicato a Mussolini.

 

L’Obelisco del Foro Italico è dedicato a Benito Mussolini. Si trova nel Foro Italico: il Foro Italico (inaugurato nel 1932 con il nome di Foro Mussolini) è un vasto complesso sportivo che si trova alla base di Monte Mario a Roma, ideato e realizzato da Enrico Del Debbio fra il 1927 e il 1933 e completato dopo la guerra fra il 1956 e il 1968.

L’ingresso principale del Foro è a sud-est, in asse con il ponte Duca d’Aosta dove – su un ampio viale, interamente mosaicato a tessere bianche e nere – sorge un enorme obelisco di marmo di Carrara dell’altezza di 17,5 metri (base esclusa) intitolato a Mussolini, cui fu originariamente dedicato; in anni recenti, si è proposto di eliminare l’iscrizione Mussolini Dux dall’obelisco, ma pure a causa delle forti polemiche che ciò ha suscitato anche da parte di periti architettonici e storici, tale proposta è infine rientrata. Scopriamo tutti i segreti di questo monumento fascista che ha resistito alla damnatio memoriae.

 

Il monumento costò 2.343.792,60 lire, oltre a mezzo milione per la cuspide di oro puro che andò poi perduta nei giorni seguenti alla caduta del fascismo. Fautore del progetto fu Renato Ricci, ministro delle Corporazioni.

Come riporta un articolo dell’agenzia Adnkronos, nel 1927, Ricci immaginò un enorme obelisco fatto in un unico blocco di marmo di Carrara da innalzare a Roma. Dopo lunghe ricerche, nella cava ‘Carbonera’ fu individuato un blocco alto 19 metri per due metri alla base, del peso di 300 tonnellate. L’estrazione avvenne il 26 gennaio 1929, e dopo si diede inizio alla “lizzatura”, un metodo utilizzato per trasportare il monolite a valle.

Per riuscire nell’impresa, furono utilizzate 36 coppie di buoi che per cinque mesi lo trainarono su dei binari lubrificati fino a raggiungere la costa, dove a giugno il blocco fu imbarcato alla volta di Fiumicino tramite l’Apuano, un pontone realizzato appositamente a La Spezia. Una volta raggiunto il porto laziale, il blocco di marmo risalì il fiume Tevere, giungendo a Roma il 6 maggio del 1932.

Una volta approdato nella Capitale, Ricci decise di affidare l’esecuzione delle opere e l’innalzamento dell’obelisco all’architetto Costantino Costantini, lo stesso che decorò anche il Ponte Vittorio Emanuele II sul Tevere e realizzò il complesso natatorio del Foro Italico nel 1930.

L’intenzione era di realizzare un’opera che desse l’idea del trionfo, sottolineasse la grandezza dell’architettura fascista e ricordasse anche un anniversario importante: L’Obelisco ‘Mussolini’ fu infatti inaugurato il 29 ottobre 1932 davanti al complesso sportivo del Foro Italico, per celebrare il decennale della marcia su Roma.

Nella relazione con cui presentò il progetto a Mussolini, Ricci sottolineò che l’obelisco era “il più grande blocco marmoreo che sia mai venuto alla luce dalle viscere della terra”.

Ultimo grande trasporto effettuato via Tevere, l’obelisco Mussolini campeggiava e campeggia sul vasto complesso sportivo del Foro Italico, alla base di Monte Mario. Ideato e realizzato da Enrico Del Debbio fra il 1927 ed il 1933, il complesso fu completato solo vent’anni dopo, fra il 1956 ed il 1968. Nel 2006 iniziarono i lavori di restauro dell’obelisco Mussolini, terminati, due anni dopo, nel settembre 2008.

 

Recentemente l’elogio è suddiviso in tre parti. Nella prima vi è un racconto dell’ascesa del fascismo e di come Benito Mussolini abbia preso in mano un paese che dopo la Prima Guerra Mondiale si trovava sull’orlo del disastro e lo ha rigenerato e, attraverso le sue doti sovraumane, portato alla riscossa.

Secondo Hans Lamers, Mussolini viene ritratto come un nuovo imperatore romano, con toni epici e quasi biblici, descrivendolo come il salvatore del popolo italiano.

La seconda parte del testo elogia invece le organizzazioni giovanili fasciste e il loro programma per il futuro. Durante il fascismo la giovinezza era uno dei temi principali della propaganda e dell’azione politica, non a caso una delle canzoni più simboliche dell’epoca era “Giovinezza”, in cui questo concetto è ben espresso.

La terza parte del testo, invece, racconta della costruzione del Foro Italico, all’epoca con il nome di Foro Mussolini.

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