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Lo sapevate? Nel centro storico di Roma c’è un curioso palazzo curvo

Lo sapevate? Nel centro storico di Roma c’è un curioso palazzo curvo.

In Via di Grottapinta si trova un curioso edificio curvo. Non lontano dal Campo dei Fiori si può raggiungere da Piazza del Biscione attraverso un sottopassaggio affrescato. Perché l’edificio è curvo? Scopriamolo insieme.

L’edificio adesso è un palazzo ma in origine, in epoca antica, era un teatro, il Teatro di Pompeo. Per questo motivo l’andamento segue la forma preesistente e quindi ha una forma curva: poggia infatti esattamente dove un tempo si trovava la cavea del teatro, che quindi è stato utilizzato come fondamenta all’edificio sovrastante. Nelle cantine e nei sotterranei del palazzo è ancora possibile osservare l’opus reticulatum, la tipica tecnica edilizia muraria dei romani di duemila anni fa.

Nel 61 a.C. il console Pompeo decise di costruire un teatro, il primo in muratura.

La legge romana vietava infatti la costruzione di teatri in muratura, per mantenere il carattere religioso che il teatro possedeva dalla tradizione greca; teatri provvisori in legno venivano eretti soltanto in prossimità di luoghi di culto.
Pompeo, per portare al termine il suo progetto, costruì su un podio rialzato un tempio dedicato a Venere vincitrice la cui gradinata di accesso era costituita dall’intera cavea teatrale: in questo modo gli fu possibile aggirare il divieto del Senato.

Aveva un diametro esterno di circa 150 m e disponeva di 17.500 posti a sedere, nei quali gli spettatori si distribuivano entrando dalle numerose arcate. La scena era decorata da tre ordini sovrapposti di colonne e il tutto era sormontato da una lunga tettoia sporgente per dirigere verso il pubblico i suoni e le voci degli attori.

Era arricchita da un monumentale quadriportico con colonne di granito (Hecatostylum). Qui, (all’incirca in corrispondenza dell’attuale Teatro Argentina) era la grande aula detta Curia Pompeii, dove si tenevano riunioni del Senato e dove Cesare fu pugnalato, ai piedi della statua monumentale del suo avversario. Gli incendi successivi portarono all’abbandono del teatro che nel Medioevo divenne cava di materiali edilizi e fondamento di successivi edifici. Sulle rovine della cavea vennero edificate le dimore degli Orsini e la Chiesa di Santa Barbara dei Librai. Il profilo della cavea è ancora riconoscibile nelle vie di Grottapinta, per la parte interna, e nel percorso tra via del Biscione e via dei Giubbonari per la parte esterna. Resti delle murature e delle arcate del portico, oltre che inclusi nelle cantine degli edifici successivi, sono visibili nei locali sotterranei dei palazzi nobiliari della zona.

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