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Lo sapevate? Dentro la Colonna Traiana c’è una scaletta che porta a una terrazza panoramica

Lo sapevate? Dentro la Colonna Traiana c’è una scaletta che porta a una terrazza panoramica.

Sembra impossibile che in uno spazio tanto angusto sia possibile ricavare una scala. Ma è così: all’interno della magnifica e antica Colonna Traiana, capolavoro dell’arte romana, c’è una scaletta a chiocciola con 185 scalini necessari per raggiungere la sommità. La scala è illuminata da 43 feritoie a intervalli regolari, aperte sul fregio. In cima si apre una terrazza, con vista mozzafiato, che può ospitare addirittura 30 persone. In un suo viaggio romano salì anche il grande letterato tedesco Goethe.

 

 

La Colonna Traiana è uno dei monumenti più belli di Roma. Si tratta di una colonna “coclide”, cioè decorata da un fregio che vi si “arrotola” sopra e che contiene una scala a chiocciola all’interno. Fu realizzata per celebrare la conquista della Dacia da parte dell’imperatore Traiano e rievoca tutti i momenti più significativi di quella espansione territoriale. Sono numerose le particolarità che riguardano questo splendido monumento.

Si tratta della prima colonna coclide mai innalzata. Fu infatti una novità assoluta nell’arte antica e divenne uno dei punti più alti del rilievo romano.

La colonna si trova nel Foro di Traiano ed è formata da un lungo fregio spiraliforme che si avvolge, dal basso verso l’alto, su tutto il fusto della colonna e descrive le guerre di Dacia (101-106). Si tratta di un vero e proprio film (un colossal, per rimanere in tema) di pietra. Una vera e propria storia di marmo.

Il fregio ricordava a tutti le imprese di Traiano celebrandolo come comandante militare in guerra.
La Colonna rimase sempre in piedi anche dopo la rovina degli altri edifici. Le fu sempre attribuita infatti grande importanza: un documento del 1162 ne stabiliva la proprietà pubblica e ne proibiva il danneggiamento.

 

La colonna (in stile dorico rivisitato) è alta 100 piedi romani, cioè 29,78 metri, 39,86 metri circa se si include l’alto piedistallo alla base e la statua alla sommità.
Il monumento è costituito da 18 colossali blocchi in Marmo di Carrara, ciascuno dei quali pesa circa 40 tonnellate ed ha un diametro di 3,83 metri. Tutta la colonna pesa 1036 tonnellate.

Sono 17 rocchi, più la base, il capitello e l’abaco. In origine sulla sommità era collocata una statua bronzea di Traiano.
Agli angoli del piedistallo sono disposte quattro aquile, che sorreggono una ghirlanda di alloro. Al di sotto dell’epigrafe si trova la porta che conduce alla cella interna al basamento, dove vennero collocate le ceneri di Traiano e della consorte Plotina e dove comincia una scala a chiocciola di 185 scalini per raggiungere la sommità. La scala venne illuminata da 43 feritoie a intervalli regolari, aperte sul fregio ma non concepite all’epoca della costruzione. In cima si apre una terrazza (con vista mozzafiato) che può ospitare 30 persone. Il vuoto della scala alleggerisce di un terzo il peso originario di ognuno dei rocchi della Colonna, che sono legati l’uno all’altro da quattro perni di bronzo ancorati con piombo fuso.

 

Nel 1587 fu sistemata sulla sommità del fusto la statua in bronzo di San Pietro opera di Domenico Fontana e fu eretto un muro di recinzione.
Durante l’occupazione francese, la colonna di Traiano rischiò di essere smontata e portata a Parigi. Queste erano le intenzioni del capo militare a Roma di Napoleone, il generale François René Jean de Pommereul.
Fortunatamente gli elevati costi di trasporto e gli ostacoli amministrativi pontifici ne rallentarono il processo. I francesi quindi innalzarono la Colonna Vendôme, eretta nel 1810 a Parigi da Napoleone I dopo la Battaglia di Austerlitz a imitazione di quella innalzata a Roma, in onore di Traiano.

 

I 200 metri del fregio istoriato continuo (che era policromo con inserti di piccole armi di bronzo, perdute) si arrotolano intorno al fusto per 23 volte, come se fosse un rotolo di papiro o di stoffa, e recano circa 100-150 scene (a seconda di come si intervallano) animate da circa 2500 figure. Sono rappresentate non solo le scene delle battaglie, ma anche gli altri momenti della campagna di Dacia, rappresentate con estrema minuzia nei dettagli.

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