roma.vistanet.it

Lo sapevate? Il monumento italiano più amato dai turisti è la Fontana di Trevi

Lo sapevate? Il monumento italiano più amato dai turisti è la Fontana di Trevi.

 

Potenza della bellezza della città di Roma, potenza del cinema e delle leggende, secondo Musement, piattaforma online del settore turismo il luogo più amato dai turisti si trova a Roma e stranamente non è il Colosseo ma la Fontana di Trevi.

A conquistare il cuore dei turisti in visita in Italia è la romantica fontana immortalata da Federico Fellini ne La Dolce Vita. Dai dati della piattaforma pare che sia davvero impossibile visitare Roma e poi ripartire senza aver ammirato e lanciato una monetina nella fontana romana dall’ampio bacino costantemente “controllata” dal dio Oceano, che domina lo scenario nella statua in cui è ritratto alla guida del suo cocchio a forma di conchiglia.

La fontana, fatta costruire nel 1732 da Papa Clemente XII, deve il suo nome a un toponimo già in uso nel XII secolo, “regio Trivii”, che fa riferimento alle tre vie che confluiscono nella piazza. Altri sostengono invece che il nome derivi invece dal fatto che nella struttura originaria la fontana aveva tre sbocchi delle acque.

Tutti la abbiamo ammirata anche nelle celebri scene del film La Dolce Vita di Federico Fellini e ricordiamo bene l’immagine di una provocante Anita Ekberg che si immerge con il suo lungo abito nero nelle scintillanti acque della fontana, invitando Marcello Mastroianni a fare altrettanto.

Ultimamente però pare che la ressa attorno alla fontana sia cresciuta un po’ troppo. Qualche anno fa due turiste, un’americana e un’olandese erano venute alle mani per scattare una foto da un angolo della fontana. Prima gli insulti, poi erano volati ceffoni con l’intervento dei loro amici facendo scoppiare il parapiglia. Tempestivo l’intervento delle forze dell’ordine che avevano denunciato i due gruppi, per violenza e minacce.
Negli ultimi anni il Comune di Roma ha approvato una mozione a tutela dei monumenti nella fattispecie per impedire che i turisti si sedessero attorno alla fontana è stato proibito di superare la balaustra, anche perché oltre ai soliti imbecilli che avevano provato a fare il bagno, c’è stato chi ha provato a scalare il monumento, danneggiandolo, e addirittura chi aveva tentato di incidere il proprio nome nella pietra della fontana.

 

 

 

La Fontana di Trevi è uno dei monumenti più famosi all’estero della capitale. La fontana occupa tutta la piazza che fu realizzata proprio per la sua costruzione quando furono demoliti diversi edifici. Si tratta di uno degli esempi più significativi dello stile barocco a Roma, ma è soprattutto uno dei luoghi dove i turisti più amano farsi fotografare. Soprattutto nell’atto del celebre lancio della monetina. Il rito serve per augurare un ritorno nella città. Se un giorno andrete a Roma, quando sarete di spalle alla fontana, lanciate una moneta all’indietro, e non voltatevi fino a che questa non è caduta.

La Fontana di Trevi è la più grande e fra le più famose fontane di Roma.

Costruita sulla facciata di Palazzo Poli da Nicola Salvi, il concorso fu indetto da papa Clemente XII nel 1731

Cominciata nel 1732, fu affidata nel 1759 a Pietro Bracci aiutato da suo figlio Virginio, i due completarono l’opera che venne inaugurata nel 1762.

La storia della fontana è strettamente collegata a quella del restauro dell’Aqua Virgo, ovvero l’acquedotto dell’Acqua Vergine, che risale ai tempi dell’imperatore Augusto.

L’Acqua Vergine rimase in uso per tutto il Medioevo, con restauri attestati già nell’VIII secolo, poi ancora dal Comune nel XII secolo, in occasione dei quali si provvide anche ad allacciare il condotto ad altre fonti più vicine alla città, poste in una località allora chiamata «Trebium», che potrebbe essere all’origine del nome dato alla fontana. Si tratta del più antico di Roma tuttora funzionante, e l’unico che non ha mai smesso di fornire acqua alla città dall’epoca di Augusto.

Il punto terminale dell’«Aqua Virgo» nel Medioevo si trovava sul lato orientale del colle Quirinale. Qui venne realizzata una fontana con tre bocche che riversavano acqua in tre distinte vasche affiancate; risale al 1410 la prima documentazione grafica della «Fontana del Treio» (o «di Trevi»), così rappresentata. Poco tempo dopo, nel 1453, su incarico di papa Niccolò V, Leon Battista Alberti sostituì le tre vasche con un unico lungo bacino rettangolare, appoggiandolo ad una parete bugnata e merlata e restaurando i tre mascheroni da cui fuoriusciva l’acqua. Sulla parete fu sistemata una lapide a memoria dell’intervento.

Nel 1640 papa Urbano VIII ordinò all’architetto e scultore Gian Lorenzo Bernini una “trasformazione” della piazza e della fontana, in modo da creare un nuovo nucleo scenografico nei pressi del palazzo familiare. Bernini progettò una grande mostra d’acqua, ampliò la piazza demolendo alcune casupole a sinistra della fontana preesistente. Ma i fondi per il progetto si esaurirono presto e vennero anche tagliati, non venne scolpita alcuna statua centrale e il cantiere fu bloccato. La morte di Urbano VIII comportò l’abbandono del progetto berniniano.

Exit mobile version