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Lo sapevate? Tagliarsi per la prima volta la barba nella Roma antica sanciva il passaggio dall’adolescenza all’età adulta

Lo sapevate? Tagliarsi per la prima volta la barba nella Roma antica sanciva il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Tagliarsi la barba per la prima volta ancora oggi un momento importante per i ragazzi, una “prima volta” significativa che si deve anche alla tradizione romana. Questo momento importante è famoso nota come “Depositio barbae”. Il taglio della prima barba era per gli antichi romani un rito d’iniziazione solenne che sanciva il passaggio dall’adolescenza alla fase successiva. La “barba” appena tagliata (“lanugo”) veniva conservata e offerta agli dei.

Gli antichi popoli consideravano la barba un simbolo di potere. Gli anziani erano quelli che portavano la barba più lunga, come segno di età, di saggezza e di comando.

Solo più avanti si usò sbarbarsi e tagliarsi i capelli come segno di accuratezza e civiltà.

Nell’antica Grecia la barba venne ritenuta segno di forza e di virilità per cui si faceva crescere in abbondanza. Anche i greci del periodo classico portavano la barba.

I romani più antichi non si radevano. Come riporta Romano Impero, si narra che Brenno, l’autore del «sacco di Roma», entrato alla testa dei Galli nel Campidoglio, fu sorpreso e sconcertato dal trovar presenti soltanto gli anziani senatori tutti barbuti e in attesa, pronti a perire per la patria e siamo nel 390 a.c.

Circa cento anni dopo la moda di Alessandro Magno ha conquistato tutta la Grecia e si è diffusa anche a Roma, tanto che, nel 299 a.c., Publio Ticino Menea (o Menas) introduce, per primo, come informa Varrone, i barbitonsori a Roma, conducendo dalla Sicilia una truppa di barbieri. La Sicilia era praticamente greca, per cui prima di Roma aveva già assorbito la moda.

 

 

A differenza dei ricchi che potevano disporre della rasatura a domicilio, la gente comune si radunava nella bottega. L’attività solitamente si svolgeva all’interno di un’unica stanza con una panca a correre lungo le pareti dove i clienti attendevano il proprio turno e uno sgabello al centro dove avveniva la rasatura.

 

 

Il taglio della barba non era propriamente una pratica indolore. La pelle non veniva infatti preparata con unguenti o saponi e il taglio avveniva a secco con un rasoio in ferro. Moltissime erano le ferite e i tagli da rasatura.

Plinio narra che Scipione Africano (235-183 a.c.) fu uno de’ primi a farsi radere. Essendo un eroe è logico che venisse imitato largamente. I cartaginesi erano barbuti, i romani no.

Si narra che a cinquant’anni molti romani si lasciassero crescere di nuovo la barba.
Farsi la barba ogni mattina, specie con le lame dell’epoca, non doveva essere un compito semplice, ma i romani lo facevano. Per i soldati radersi equivaleva a mantenere autorità, disciplina e senso della romanità.

Giulio Cesare si faceva la barba ogni mattina, anzi si depilava in tutto il corpo ed esigeva che anche i suoi soldati si radessero.

 

Tra gli imperatori, Ottaviano si radeva, dopo di lui anche Tiberio si rasò e così Caligola e Claudio, ma non Nerone.
C’era infatti un problema, come detto i rasoi dell’epoca non erano il massimo. Usati a secco e poco affilati il radersi era praticamente un rischio di tagli e di infezioni.

 

Sia Vespasiano che suo figlio Tito si rasavano e anche Domiziano si rasava e così Nerva e Traiano. Molto probabilmente se si rasavano gli imperatori si rasavano anche i sudditi.

Con Adriano, amante della cultura classica greca, le cose cambiano, per amore della filosofia greca si lascia crescere la barba. Si disse anche che avesse una brutta cicatrice e che intendesse coprirla così, fatto sta che anche i suoi successori: Antonino Pio, Lucio Vero, Marco Aurelio, Settimio Severo, e Caracalla non si radevano affatto, e così Giuliano (332-363 d.c.).

 

 

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