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Accadde oggi: 17 settembre 1964, arriva a Roma Martin Luther King

Accadde oggi: 17 settembre 1964, arriva a Roma Martin Luther King.

Nel 1964 Martin Luther King venne in visita a Roma. Il giorno successivo viene ricevuto da Papa Paolo VI (Papa Montini) in Vaticano. Nel dicembre dello stesso anno tornerà in Europa per ricevere il Premio Nobel per la Pace. Ecco cosa accadde in occasione della sua visita.

Martin Luther King è stato un attivista, politico e pastore protestante statunitense, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani.

Arrivò a Roma insieme al suo collaboratore Ralph Abernathy. Il giorno dopo il leader per i diritti civili statunitense fu ricevuto da Papa Paolo VI. Dopo l’udienza King spiegò ai giornalisti che Paolo VI gli aveva promesso di denunciare pubblicamente la segregazione razziale assicurandogli che il mondo cattolico avrebbe appoggiato la lotta non-violenta contro il razzismo.

 

«I have a dream. Io ho un sogno», il 28 agosto 1963 con il discorso pronunciato a Washington davanti a migliaia e migliaia di persone comincia il sogno di MLK: «Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere». Il 14 ottobre 1964 il Parlamento norvegese (l’istituzione che designa il vincitore del Nobel per la pace) dichiara King vincitore del Premio Nobel per la pace.
Il 18 settembre 1964 volle incontrare il Papa. Fu lui a raccontare ai giornali cosa gli disse Montini. Dopo la visita in Terra Santa, King visitò Berlino e poi Roma.
L’incontro tra MLK e il Papa è un evento storico, nonostante le critiche e un tentativo dell’Fbi per impedire l’appuntamento. Il cardinale Paul C. Marcinkus, che lavorava in Segreteria di Stato, fece da interprete, come aveva già fatto il 2 luglio 1963 quando il neoeletto Paolo VI ricevette Kennedy.

Tre giorni dopo l’assassinio di King, il 7 aprile 1968, domenica delle palme, il Papa all’Angelus lo ricordò con nobilissime parole: «Noi abbiamo ricevuto in udienza, anni fa, questo predicatore cristiano della promozione umana e civile della sua gente negra in terra americana. Sapevamo dell’ardore della sua propaganda; e anche noi osammo raccomandargli che essa fosse senza violenza e intesa a stabilire fratellanza e cooperazione fra le due stirpi, la bianca e la negra. Egli ci assicurò che il suo metodo di propaganda non faceva uso di mezzi violenti e che il suo intento era quello di favorire relazioni pacifiche e amichevoli tra i figli delle due razze. Tanto più forte è perciò il nostro rammarico per la sua tragica morte e tanto più viva è la nostra deplorazione per questo delitto. Siamo sicuri che voi, con tutta la comunità cattolica di Roma e del mondo, condividete questi sentimenti. Come da tutti saranno condivisi i voti che questo sangue spiritualmente prezioso ci ispira: possa l’esecrando delitto assumere valore di sacrificio; non odio, non vendetta, non nuovo abisso fra cittadini d’una stessa grande e nobile terra si faccia più profondo, ma un nuovo comune proposito di perdono, di pace, di riconciliazione nell’eguaglianza di liberi e giusti diritti si imponga alle ingiuste discriminazioni e alle lotte presenti. Il nostro dolore si fa più grande e pauroso per le reazioni violente e disordinate, che il triste fatto ha provocate; ma la nostra speranza cresce altresì vedendo che da ogni parte responsabile e dal cuore del popolo sano cresce il desiderio e l’impegno di trarre dall’iniqua morte di Martin Luther King un effettivo superamento delle lotte razziali e di stabilire leggi e metodi di convivenza più conformi alla civiltà moderna e alla fratellanza cristiana. Piangendo, sperando. Noi pregheremo affinché così sia».

Nel 1968 le Poste Vaticane gli dedicarono una cartolina postale che riprodusse la visita di King a Paolo VI.

Quasi un anno dopo, il 15 gennaio 1969 il Papa ricevette la vedova Coretta Scott King.

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