roma.vistanet.it

Accadde oggi: 19 luglio 1943, Roma viene bombardata per la prima volta durante la Seconda Guerra Mondiale

Accadde oggi: 19 luglio 1943, Roma viene bombardata per la prima volta durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Oggi è una ricorrenza triste per i Romani: la mattina e il pomeriggio di 78 anni fa la Capitale veniva colpita dalle bombe degli Alleati, bombardieri statunitensi delle forze aeree alleate del Mediterraneo, guidati dal generale James Doolittle. Un ricordo doloroso, che riporta alla mente i tanti morti e le terribili distruzioni. Il quartiere più colpito fu quello di San Lorenzo. Vennero sganciate 4000 bombe che provocarono circa 3.000 morti e 11.000 feriti. Papa Pio XII al termine del bombardamento, lasciò il Vaticano per andare a benedire le vittime a San Lorenzo e distribuì aiuti in denaro alla folla disperata.

 

L’attacco, sferrato da quasi trecento bombardieri pesanti quadrimotori Boeing B-17 Flying Fortress e Consolidated B-24 Liberator e nel pomeriggio da altri duecento bombardieri medi, incontrò solo una debole resistenza; la città di Roma subì pesanti danni materiali e le perdite umane furono numerose. Il bombardamento di Roma fece grande scalpore ed ebbe importanti conseguenze militari e soprattutto politiche, favorendo l’ulteriore indebolimento del regime fascista e accelerando verosimilmente la caduta di Benito Mussolini che aveva appreso dell’attacco mentre si trovava a Feltre per l’incontro con Adolf Hitler.

 

Fino alla mattina del 19 luglio 1943 in pochi pensavano che Roma sarebbe stata bombardata, per la presenza sia di innumerevoli siti e beni archeologici ed artistici sia della Città del Vaticano.

Ma alle 11,13 di quel lunedì, dopo anni di guerra logorante, ebbe inizio l’operazione l “Operazione Crosspoint”. Le forze aeree statunitensi e britanniche forti di 362 bombardieri pesanti B17 e B24 e 300 bombardieri medi B26 e B25, scortati da 268 caccia Lighting partiti dalla Tunisia, e che poco prima si erano allineati sul lago di Monterosi, a Nord Ovest della Capitale, giunsero sugli obiettivi prestabiliti: lo scalo ferroviario di San Lorenzo, in primo luogo, ma anche gli scali ferroviari del Littorio sulla Salaria e quello Tiburtino. Gli aerei erano ad una quota di 20.000 piedi (in codice “Twenty Angels”), vale a dire 6.000 metri, in modo da essere irragiungibili dal fuoco della contraerea. Perentori ordini erano stati impartiti per risparmiare le altre zone della città: i lanci dovevano essere precisi, oggi diremmo chirurgici. Ma, ovviamente, sotto le oltre 9.000 bombe sganciate, per un totale di 1.060 tonnellate, trovarono la morte molti civili.

 

 

San Lorenzo fu il quartiere più colpito dal primo bombardamento degli Alleati mai effettuato su Roma, insieme al Tiburtino, al Prenestino, al Casilino, al Labicano, al Tuscolano e al Nomentano.

Le 4.000 bombe (circa 1.060 tonnellate) sganciate sulla città provocarono circa 3.000 morti e 11.000 feriti, di cui 1.500 morti e 4.000 feriti nel solo quartiere di San Lorenzo.

Al termine del bombardamento papa Pio XII si recò a visitare le zone colpite, benedicendo le vittime sul Piazzale del Verano.

Benché tra i soccorritori morti (morirono ventiquattro vigili del fuoco) vi fosse anche il comandante dei carabinieri generale Azolino Hazon, fedelissimo monarchico che era accorso sul posto, la limousine di Vittorio Emanuele III fu fatta oggetto di sassate e di grida ostili che gli consigliarono un rapido dietro-front mentre un coro di donne gli gridava: “non vogliamo le vostre elemosine, vogliamo la pace, fate la pace”.

Al bombardamento del 19 luglio il cantautore romano Francesco De Gregori ha dedicato il brano musicale San Lorenzo, contenuto nell’LP Titanic («Cadevano le bombe come neve/ il 19 luglio a San Lorenzo»).

Exit mobile version