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Scuole chiuse in Campania, tutti contro De Luca. «Bisognava potenziare i trasporti non chiudere le scuole»

Scuole chiuse in Campania fino al 30 ottobre, a Napoli protesta delle mamme contro De Luca, ma non solo: dirigenti scolastici, politici e autisti di scuola bus rimasti senza lavoro, tutti contro il governatore della regione. Come riportato da Repubblica, in centinaia si sono dati appuntamento sotto la Regione per protestare contro la delibera di De Luca e contro la Dad.

“Chiudere così in blocco le scuole non è la migliore soluzione” ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte da Bruxelles. “Una decisione grave e sbagliata”, rincara la dose la ministra Lucia Azzolina. “La chiusura delle scuole è solo l’inizio. De Luca ha alzato bandiera bianca: sarà inevitabile un nuovo lockdown” ha dichiarato Luigi de Magistris, sindaco di Napoli.

“Se la chiusura delle scuole significasse arginare la diffusione del virus, non ci sarebbe discussione – afferma Lucia Magretti, docente di Italiano – ma tutti sappiamo che non è così, che ancora una volta si mostra il pugno di ferro aggredendo una realtà già debole, una comunità, quella scolastica, già provata dal lockdown dei mesi scorsi. I ragazzi sono in grande difficoltà. La soluzione non è tenerli a casa”. Interviene la scrittrice e insegnante Viola Ardone: “La chiusura delle scuole in Campania è una dichiarazione di impotenza. Se ne è parlato per mesi, ma la prima cosa da sacrificare è ancora e sempre la scuola. In particolare poi lasciare i bambini di infanzia ed elementari a casa su chi graverà se non sui genitori (vedi: madri) e i nonni, categoria a rischio? Siamo stati mesi a mettere in piedi un’utopia: far ripartire la scuola in sicurezza. E la scuola è un luogo sicuro. Se il problema sono i trasporti, che si intervenga sui trasporti! I nostri figli hanno bisogno di scuola”. La dirigente Angela Cambri accoglie la notizia della chiusura delle scuole con rammarico, ma con rassegnazione. “Avremmo dovuto fare di tutto per scongiurare che accadesse. Non ci siamo riusciti. E non è solo un problema delle scuole: la follia dei trasporti è sotto gli occhi di tutti. Sicuramente siamo dinanzi ad una scelta che segna un fallimento per la scuola pubblica. Sottoposta a uno stress psicofisico notevole. È una grave sconfitta per tutti. La pagheranno i ragazzi più fragili, quelli che non hanno una famiglia alle spalle che riesca a sostenerli anche nello studio. Una sconfitta, ma non si possono fare miracoli. Le scuole sono avvolte nel caos, tra gestione di casi Covid, tracciamenti dei compagni e degli insegnanti, difficoltà a contattare le Asl, famiglie pronte a qualsiasi tipo di rimostranza nei nostri confronti”.

 

 

 

 

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