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“Cerco famiglia di Sanluri che ospitò mio padre ferito durante la Seconda Guerra Mondiale”, l’appello da Firenze

Un post sul gruppo Facebook “Sei di Sanluri se…” e poi le tantissime condivisioni: tutti, nel paese vicino Cagliari si sono mobilitati per aiutare Paolo Matteoni nella ricerca.

“Mio padre, Enzo Matteoni, ha combattuto in Sardegna durante la Seconda Guerra Mondiale, rimanendo ferito nei combattimenti contro i tedeschi nel settembre del 1943. Fu poi ospitato, immagino per la convalescenza, da una famiglia di Sanluri. Ho una sua lettera in cui dà come indirizzo “famiglia Mocci (?), via Mazzini 51 Sanluri”. Ne allego la foto. Se qualcuno avesse qualsiasi notizia in generale mi farebbe un grande piacere se mi contattasse. Grazie di tutto ciò che riuscirete a fare”.

Questa la lettera e l’appello lanciato un mese fa da Firenze. Qualche giorno fa un nuovo post che aggiornava il precedente: “Cari amici Sanluresi, un mese fa pubblicai questo post alla ricerca della memoria di un periodo della vita di mio padre. Il risultato è stato a dir poco eccezionale: oltre 230 condivisioni in poche ore; poi, poco a poco, arrivano notizie. All’inizio vaghe e lontane, poi sempre più precise; infine sono riuscito a legare un filo lungo quasi ottant’anni trovando qualcuno che si ricorda quei fatti e soprattutto ha conosciuto mio padre allora ventenne.

Questo è un esempio di come i social network possano rappresentare un aiuto positivo, ma soprattutto dimostra come le persone, con la loro umanità, possano impiegare una parte del loro tempo per aiutare un illustre sconosciuto come me a trovare “un ago in un pagliaio”! Di tutto questo voglio ringraziare la comunità di Sanluri, le persone che mi hanno scritto e tutti quelli che hanno reso possibile questa specie di miracolo. In particolare: Efisio Deidda, Deidda Diomira, Luisa Camboni, Benji Sanna, che hanno voluto scambiare qualche parola con me sulla vicenda. Infine Fabrizio Fabry Sanna, che ha accettato di incontrarmi, con il quale ho condiviso questa storia; è suo padre che ricorda di aver conosciuto il mio: decenni e chilometri non hanno impedito alla vita di ricostruire legami. Ora sto progettando qualcosa che renda onore a questa storia. Se l’idea andrà in porto sarà anche grazie a voi, Amici di Sanluri. Grazie, grazie, grazie!”.

E anche noi aspetteremo di scoprire se ci sarà un seguito: di sicuro quel che resta è una bellissima storia di accoglienza, solidarietà e amicizia.

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