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Sardi nel mondo. Davide Flore, dalla Sardegna al Belgio per inseguire i suoi sogni

“Bruxelles è una città ricca e multiculturale, dove i giovani che vogliono affacciarsi nel mercato del lavoro hanno tante possibilità”, afferma Davide Flore, 26enne originario di Cagliari .

Il giovane sardo, dopo aver concluso il proprio percorso di studio in relazioni internazionali, appassionato della lingua inglese e di viaggi, ha deciso di raggiungere i suoi obiettivi professionali trasferendosi nella capitale belga.

Qui vive e lavora da qualche tempo, ecco la sua storia

Cosa ti ha portato ad andare all’estero?

Ho deciso di trasferirmi a Bruxelles per mettere effettivamente in pratica quello che ho studiato e appreso durante il Corso di laurea triennale a Cagliari e successivamente in quella specialistica in relazioni internazionali conseguita a Bologna. La scelta di partire all’estero, oltre la sublimazione della mia formazione, è nata dalla voglia di scoprire nuove culture, realtà e schemi professionali. Un’altra ragione sono state le prospettive lavorative garantite ai giovani neolaureati.

Di cosa ti occupi in Belgio?

In Belgio lavoro in un EAR, “European Authorized Representative”, esattamente mi occupo di fare da mandatario per le manifatture extraeuropee, nello specifico di produttori di dispositivi medici e cosmetici. Queste aziende si sincerano che la documentazione di questi prodotti sia in linea con le leggi vigenti europee, così da inserire questi ultimi nel mercato. Al momento svolgo la mia professione nell’area del Custumer success con i clienti di diversi Paesi extraeuropei. Questo mi consente di entrare a contatto con diverse nazioni e culture, cercando di comprendere come sono strutturate in materia lavorativa e legislativa.

Differenze tra Italia e Belgio?

Dal punto di vista professionale il Belgio sicuramente offre più possibilità rispetto all’Italia. In particolare Bruxelles è un centro ricco e multiculturale, dove viene dedicato tanto spazio ai giovani che vogliono affacciarsi al mercato del lavoro. Inoltre la capitale belga è una città molto viva e dinamica. Questo ti da la possibilità di fare nuove esperienze e di conoscere altre persone, infatti c’è anche un ricambio di gente molto veloce, quasi costante. Questa dinamicità non la riscontro nella nostra in Italia al momento, che a parer mio fatica a mettersi al passo con altri Paesi europei. Oltre alle notevoli differenze in a livello culinario, le due nazioni differiscono a livello caratteriale: qui la gente è più fredda e austera rispetto a noi italiani.

 

Come è stato l’impatto con la nuova realtà?

Chiaramente mi ha messo davanti alcune difficoltà. Pur non essendo stata la mia prima esperienza all’estero, avendo fatto l’Erasmus in un’altra nazione europea, è stato complicato ma devo ammettere anche interessante. Lavorando in un altro Paese, bisogna fare affidamento sulle proprie forze.  La mia motivazione è stata decisiva nel primo periodo, permettendo di cavarmela al meglio. Devo ammettere che cambiando ambiente si ha la possibilità di crescere e migliorarsi, acquisendo esperienza soprattutto attraverso gli errori.

Consiglieresti ai giovani un’esperienza all’estero?

Assolutamente si, a tutti, a partire dal percorso di studi. Noi giovani europei per fortuna siamo supportati in questo, e perdere questo tipo di opportunità sarebbe davvero un peccato. Il mondo nel quale viviamo è ormai estremamente cosmopolita, dunque consiglio di tentare un’esperienza fuori dall’Italia. Affacciarsi al mondo del lavoro di per se non è facile, trovo quindi che valutare per intero il ventaglio di opportunità sia importante, anche e soprattutto perché si potrebbe capire quale sia la strada migliore da percorrere per il proprio futuro.

Senti la mancanza della Sardegna?

Sì, sotto tutti i punti di vista, la trovo una terra straordinaria. La Sardegna rappresenta casa, dunque la mancanza si sente ed è tanta. Un grande problema per noi sardi sono i trasporti, che sicuramente amplificano le distanze rispetto ai cittadini delle altre regioni d’Italia. Al momento sto bene qui a Bruxelles, ma quanto mi manca anche andare la domenica a pranzo dai miei nonni.

Un auspicio per il futuro

Spero di trovare sempre il coraggio di affrontare le problematiche che si porranno nel mio cammino con positività, senza farmi mai sopraffare da esse.

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