ogliastra.vistanet.it

Malata di tumore e incinta: «Errori giudiziari mi faranno perdere la mia casa». La battaglia di Giulia Salis

«Ho trentun anni e da marzo 2019 combatto con il cancro una battaglia molto tosta per via della tipologia del tumore. Ho subito quattro mutilazioni, non ho infatti più né i seni e né i linfonodi, ho dovuto fare chemioterapia e radioterapia – che mi ha causato danni irreversibili – e per via di questo più fibrosi polmonare, pancreatite cronica e sternocostocondrite sono ritenuta invalida al 100%.»

Inizia così la testimonianza dell’oristanese Giulia Salis.

«Per me la vita non è più stata quella che era: ho dovuto da subito subire, accettare di rinunciare a tanto, tra cui il mio amato lavoro. A causa delle terapie, non posso nemmeno più guidare: una vita rivoluzionata.»

Ma non è questo il fulcro del suo appello.

«La terra in questo momento mi trema sotto i piedi parecchio» continua. «Tra due mesi circa – 15 giorni prima del parto – dovrò liberare casa per colpa di un errore giudiziario!»

Sì, perché Giulia è riuscita a realizzare il suo sogno, quello di diventare madre – grazie a un percorso seguito tra lo IEO e il San Raffaele di Milano –, ma la sua è una maternità a rischio, in più in un momento di incertezza a livello appunto di dimora: «Devo tutelare il bene mio e della creatura che porto in grembo, sono sotto stress e mi sento continuamente agitata.»

“Ma cos’è accaduto?”, viene da chiedere.

«Questa amara situazione inizia con il fallimento, dichiarato a marzo 2019, della ditta individuale (artigiana) di mio padre e con la vendita dello stesso capannone nel 2022 per un importo di 250 mila euro. La banca ha deciso di attaccare la ex moglie (mia madre), perché fideiussoria del mutuo del capannone. La separazione con decreto di assegnazione casa familiare regolarmente registrato ha data anteriore al pignoramento e senza nessuna ipoteca anteriore alla data di assegnazione, avvenuta nel 2011 – mentre il pignoramento è avvenuto nel 2017. La casa non è stata mai ipotecata o collegata all’attività dichiarata fallita. Preciso che la data del fallimento e posteriore a tutto ciò! È stato quindi toccato un bene della ex moglie assegnato alla stessa e alla figlia invalida! Il bene è stato ribassato eccessivamente durante le aste e inserito nuovamente lo stesso giorno che chiudeva l’asta. Abbiamo provato a chiudere con un saldo e stralcio con tutti gli istituti a cui è stato ceduto il credito ma ogni qual volta si arrivava quasi a conclusione il credito veniva ceduto a un altro istituto di credito – dovendo quindi iniziare nuovamente da zero – fino all’asta del maggio 2022 dove la casa è stata venduta a 150 mila euro.»

Altro errore che lamenta la Salis è il fatto che non siano stati notificati gli atti: «Mai notificato atto di trasferimento che ufficializzava la vendita, mai notificato nessun atto di alcun genere.»

«Abbiamo scoperto per caso che la casa era stata venduta e che lo avremmo dovuto liberare presto. Da lì, un’altra trafila di cose poco chiare che hanno provocato in me tantissima ansia. Insomma, nonostante la documentazione presentata – come l’atto di separazione o il mio stato di invalidità –, tutto tace. Quindi ci ritroviamo in questa situazione. Viviamo nel terrore perché sentiamo, nonostante tutto sia dalla nostra parte, si stare perdendo.»

«Non basta il dolore che vivo da anni, combattere ogni giorno dal momento in cui si aprono gli occhi. In più, dopo il parto dovrò iniziare nuovamente con le terapie… come farò? Uno sfratto in queste condizioni. Mi sento annullata come persona, donna e futura madre: non ho un tetto per mio figlio. Io non posso ottenere un mutuo, nemmeno mia madre – vista la situazione – e mio marito. Non abbiamo nessuno, ci sentiamo soli» continua, poi conclude: «Chiedo aiuto a tutti, non auguro a nessuno quello che passo da anni! Avrei potuto godermi la gravidanza, sogno della mia vita, ma non riesco. Ho l’ansia, una paura folle, non dormo la notte: sto vivendo un inferno.»

Exit mobile version