ogliastra.vistanet.it

Togliere il diritto di voto agli anziani? Piuttosto preoccupiamoci di garantirlo a tutti

È ormai da diversi giorni che sul web impazza la polemica su una eventuale restrizione del suffragio nei confronti dell’elettorato più avanti con l’età. La stessa è nata fondamentalmente dal malcontento di alcuni per via della schiacciante vittoria del centrodestra alle ultime elezioni, che – non va dimenticato – è espressione democratica del nostro Paese.

La polemica però pare essersi sviluppata verso una direzione sbagliata, quindi analizziamo vari elementi. Il primo che va a cozzare con la piega che ha preso la polemica, è sicuramente il primo voto degli under 25 al Senato. Quindi in realtà c’è stata più inclusione dei giovani non meno.

Un altro dato, che possiamo definire non indifferente, è sicuramente la scarsissima affluenza alle urne, che si è fermata al 63,91% degli aventi diritto. Si tratta del dato più basso mai registrato alle elezioni politiche in Italia. Senza dubbio possiamo ipotizzare che la campagna elettorale non sia stata efficace e convincente per un ampio ventaglio di elettori. Elettori che molto probabilmente hanno preferito astenersi piuttosto che regalare il proprio voto a un partito nei quali ideali non si ritrovano realmente.

In realtà il dibattito sul suffragio è un tema caldo già da diverso tempo. La discussione si è focalizzata principalmente sull’abolizione di voto agli anziani, ma la questione potrebbe essere posta in modo diverso. In un mondo, e soprattutto in un paese come l’Italia, sempre più anziano, alcuni antropologi ed economisti hanno proposto provocatoriamente di abbassare l’età di voto per contrastare il conflitto di interessi tra nuove e vecchie generazioni. Secondo questi studiosi infatti, il problema starebbe nella prospettiva al futuro. Alcuni temi come la transizione ecologica magari sono meno sentiti dagli anziani sia perché non ne hanno mai sentito parlare concretamente, e quindi lo sentono come un tema molto lontano da loro, ma anche perché per la loro prospettiva non è un tema fondamentale come lo può essere per le giovani generazioni.

Indagini Istat ci dicono che dopo i 65 anni 1 persona su 5 non si sente coinvolta politicamente. Questo dato però non implica necessariamente l’interesse universale di tutti i giovani allo stesso tema.

Intanto checché se ne dica, parlando sempre di Italia perlomeno, il suffragio non è davvero così universale. Prendiamo in considerazione ad esempio gli studenti fuori sede, i cittadini italiani residenti all’estero, individui nati e cresciuti in Italia, e tante altre categorie di persone che puntualmente si vedono negate la possibilità di voto, e quindi di espressione democratica.

I nostri vicini in Europa ad esempio, hanno risolto il problema dei fuori sede e dei residenti all’estero. In Spagna è stato approntato un sistema per via postale. In altri Paesi, la Francia per esempio, si vota per delega. L’elettore in questione investe un delegato che andrà a votare al suo posto. E ancora, in Danimarca si adotta il voto anticipato. Oppure più semplicemente in diversi Paesi baltici si vota elettronicamente.

Le soluzioni sono molteplici, ma nonostante la ‘lotta all’astensionismo’ in atto da diversi anni, non sembrerebbe che alcuna forza politica abbia seriamente intenzione di cambiare la legislazione.

Come vediamo la questione è quindi molto ampia, ma prima di puntare il dito verso una categoria in modo così avventato e infondato, forse andrebbero presi in considerazione altri metodi e procedimenti più inclusivi. E forse, soprattutto, bisognerebbe accettare il verdetto della democrazia.

Exit mobile version