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Lo sapevate? Una levatrice di Tertenia, Caterina Pira, venne condannata per stregoneria nel 1583

Immagine di repertorio

Tutte le pratiche esercitate per lanciare malefici al prossimo un tempo erano considerate arti magiche ed erano punite severamente, anche con la morte.

Per trovarsi accusate di stregoneria e finire in tribunale, in passato, erano sufficienti maldicenze o false testimonianze. Come sappiamo, durante il cupo periodo dell’Inquisizione, moltissime donne vennero torturate e uccise proprio perchè accusate di essere streghe.

La Sardegna non fece purtroppo eccezione e nei documenti del passato emergono anche dei casi di processi per stregoneria avvenuti in Ogliastra. Noto il caso di Caterina Pira, una levatrice di Tertenia, accusata di stregoneria e condannata nell’agosto del 1583.

Fu, con le torture, costretta ad auto-accusarsi di trasformarsi, grazie ai suoi poteri di strega, in una mosca per andare a succhiare il sangue ai neonati ancora non battezzati. Fu costretta a raccontare, dinnanzi al tribunale inquisitorio, di prendere le sembianze dell’insetto, di introdursi nelle case in piena notte e si posarsi sulla fontanella del bambino per succhiare dalla testa del neonato tutto il “nutrimento”.

Nei documenti non è esplicitato il tipo di condanna subito dalla levatrice di Tertenia, come raccontato in “Ogliastra, paesi e leggende” di Effemme.

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