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Lanusei, il mito di Proserpina in un murale al Liceo Artistico

 

Pochi giorni fa gli studenti della 5^A del Liceo Artistico di Lanusei, hanno concluso un murale tratto dal dipinto “Proserpine” del preraffaellita inglese, Dante Gabriel Rossetti.

Il progetto CLIL, coordinato dalla Professoressa Maria Antonietta Fiera di Lingua e Cultura Inglese, di cui è referente, è cominciato ad ottobre scorso e piano piano, durante le ore di inglese, cercando di alternare questo lavoro al tradizionale svolgimento del programma, ha preso forma un’idea completamente diversa da quella che si era prospettata all’inizio.

Come dice la professoressa Fiera: “E’ vero l’arte non si può spiegare, ma quando questa si trasforma in didattica o la didattica assume una valenza artistica, si può e si deve fare il tentativo”.

Continua, dicendo che la classe, durante la realizzazione del progetto, è diventata una vera e propria comunità costruttrice di conoscenza, ove tutti i membri hanno prodotto idee di valore attraverso il ragionamento collettivo, l’attività della ricerca e la collaborazione. Non sono mancati i momenti di sconforto e nemmeno quelli in cui si è discusso a tal punto da pensare di lasciar perdere, ma poi hanno prevalso l’amore per l’arte e per la letteratura inglese da parte di tutto il gruppo classe e la voglia di continuare il progetto con l’entusiasmo di sempre. “E’ stato proprio allora che finalmente ho ritrovato i miei studenti”, sottolinea la professoressa.

Nel dipinto originale, spiega inoltre, Proserpina regge una melagrana (il rosso delle sue labbra è indice del frutto appena sbocconcellato); si tratta di un simbolo di amore e fedeltà coniugale, ma anche di prigionia, poiché, come narra il mito, fu proprio questo frutto a negarle la possibilità di tornare definitivamente nel mondo dei vivi. Mangiandone sei semi, fu condannata a rimanere nell’oltretomba per sei mesi (in autunno e inverno), prigioniera per giunta di un amore infelice; i restanti sei mesi poté tornare sulla terra (in primavera ed estate).

La storia di Proserpina o Persefone è considerata un simbolo del cambiamento delle stagioni e del perenne cambiamento dalla vita alla morte. Nel dipinto originale si scorge, alle spalle della dea, un barlume di luce che proviene da un quadrato luminoso e simboleggia la luce nel mondo dei vivi. Inoltre, Rossetti, non solo pittore, ma anche poeta, inserì un sonetto, scritto in italiano (indice del suo amore per la civiltà italiana), in alto a destra del dipinto, dedicato all’infelice Proserpina.

Nel murale realizzato nella 5^A del Liceo Artistico, la storia cambia, come cambiano le luci, il sottofondo, il significato, la poesia a lei dedicata(questa volta in inglese e dal contenuto diverso dall’originale)il mito, ed altri particolari ancora. Tra le mani lei non regge più una melagrana, ma un libro che tiene stretto a sé, simbolo della cultura che la salva dalla prigionia in senso lato e da un amore sbagliato; il sottofondo è luminoso, di un bianco intenso, perché la donna, dipinta proprio accanto alla finestra dell’aula, riceve anche luci naturali, oltre a quelle create nel murale; la melagrana, è lontana da lei, si trova al lato opposto; lei la rigetta fino a farla marcire e cadere dal melograno, che si trova al centro della parete, in tutta la sua ricchezza.

Vi sono delle scritte in inglese che rimandano ai concetti di bellezza e arte della letteratura inglese, introdotti prima dal poeta romantico inglese John Keats, con il suo culto della bellezza (The Cult of Beauty), e poi elaborati piano piano, negli anni successivi, da altri esteti, pensatori, professori, scrittori, artisti quali Gautier in Francia, i Preraffaelliti (tra cui Rossetti), Walter Pater e Oscar Wilde in Inghilterra, grazie ai quali l’Estetismo inglese si affermò e sviluppò definitivamente negli ultimi decenni dell’Ottocento con il principio base che è quello di “Arte per l’Arte” (Art for Art’s Sake).

Questa evoluzione del movimento dell’estetismo è raffigurata nella colonna centrale dell’aula, affiancata a sinistra dell’osservatore da una melagrana marcia, simbolo del passato infelice, e a destra dalla moderna Proserpina, simbolo dell’esaltazione dell’artista, autorevole e gioiosa, dell’intellettuale, non assoggettata ai dettami del pensiero comune, capace di vivere la propria vita “come un’opera d’arte”. Il libro che la donna tiene stretto a sé, come se fosse la sua ancora di salvezza, dal titolo “Art in the 21st Century” (l’Arte nel Ventunesimo Secolo), ha anche un’altra funzione: quella di parlare di arte attraverso l’arte, usare l’espediente di arte nell’arte e rimandare, dunque, al concetto di arte fine a se stessa(lontana da qualsiasi fine morale, politico, sociale, religioso ecc.). Ma, ovviamente, in aggiunta al significato primario, il titolo e l’opera muraria possono evocare risonanze emotive diverse.

“Tengo a ringraziare il Dirigente Dell’Istituto “Leonardo da Vinci” di Lanusei, Dott. Giovanni Andrea Marcello e il Prof. Rosario Antonio Agostaro, in qualità di fiduciario del Liceo Artistico di Lanusei, per averci concesso spazi e tempi per la realizzazione dell’opera”, sottolinea la Professoressa Fiera. Conclude con queste parole: “Un grazie particolare va ai miei studenti della 5^A del Liceo Artistico che hanno cercato di condensare concetti così complessi attraverso immagini, parole e luci dimostrando di aver raggiunto non solo una grande competenza artistica, maturata nel corso dei cinque anni, ma anche un’altra competenza fondamentale, come quella dell’interiorizzazione, partendo dall’analisi dell’opera d’arte “Proserpine” in inglese e creandone un’altra dai significati plurimi, forse non ancora illustrati, e dalle sfumature delicate. Un murale del genere potrà essere sicuramente utile anche agli studenti degli anni futuri che potranno entrare nel vivo della letteratura e dell’arte inglese attraverso modalità di percezione e fruizione dell’opera diverse dall’usuale perché di maggiore impatto visivo e, sicuramente, di maggiore efficacia a livello didattico-emotivo. Bravi tutti!”.

 

 

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