ogliastra.vistanet.it

Ricci di mare, approvata la proroga: lo stop alla pesca slitta ad aprile

Ieri il Consiglio regionale ha approvato la “leggina” che stabilisce la proroga della pesca ai ricci di mare in Sardegna, che a partire dal 22 gennaio appena passato avrebbe dovuto subir e uno stop di tre anni.

Dopo il voto sull’esercizio provvisorio l’Aula ha preso in esame il Pl  312 che prevede il rinvio al 15 aprile 2022 del  blocco della pesca e della commercializzazione dei ricci di mare. Comandini (Pd) ha chiesto preliminarmente all’assessore le ragioni del blocco degli indennizzi già stabiliti a favore dei ricciai, chiedendo quali siano “le responsabilità dell’assessore all’Agricoltura su questa vicenda”. Per Francesco Agus (Progressisti) “il punto è che la legge è stata scritta con troppa fretta e siamo costretti a metterci mano per evitare problemi sociali non controllabili. E’ del tutto sbagliato perché l’opposizione avrebbe potuto collaborare e già dal 23 novembre scorso in commissione ci siamo offerti di dare un aiuto. Come spesso accade in quest’Aula si agisce non di fronte ai problemi annunciati ma quando il fuoco è già acceso”.

Per Solinas (Cinque stelle) “oggi stiamo mettendo una soluzione a un errore, figlio della mancanza di concertazione con gli operatori del settore. Non possiamo non sederci con loro e non possiamo non dare indennizzi a questa categoria alla quale impediremo di lavorare. Se non vigileremo il blocco sarà violato e quando il blocco finirà ci saranno ancora meno ricci nei nostri mari. E’ il caso che la maggioranza inauguri una stagione di concertazione”. Per il Psd’Az il capogruppo Franco Mula “nessuno sarà mandato per strada e siamo a disposizione per trovare soluzioni a quel che definisco un fraintendimento sulla tempistica”. Anche l’on. Mura (FdI) ha preso la parola per ricordare che all’inizio del 2021 “Fratelli d’Italia aveva presentato una proposta di legge sul tema ma devo anche dire che la proroga di oggi è necessaria per consentire agli uffici di completare l’istruttoria di chi sarà indennizzato.  La crisi dei ricci in Sardegna è certa e non si può fare diversamente se non preservare la specie consentendo agli operatori di non subire penalizzazioni”.

Il consigliere di Forza Italia Emanuele Cera ha affermato che “il blocco della pesca deve essere necessario quanto condiviso per favorire il ripopolamento della specie. Nello specifico, ha osservato, la norma è applicabile ma le difficoltà dipendono probabilmente da problemi di organizzazione interna all’assessorato, con particolare riferimento al servizio pesca, che oggi è completamente sguarnito e privo di un responsabile: impossibile quindi mettere in piedi una procedura efficiente per i ristori ma altrettanto urgente, in questa fase, intervenire in tempi brevissimi”. Giorgio Oppi, di Udc-Cambiamo, ha ribadito la posizione favorevole del suo gruppo sul provvedimento precisando che “si tratta di un atto dovuto nei confronti degli operatori del settore. Tuttavia, ha aggiunto, non è l’unico problema della pesca in Sardegna perché, ad esempio, c’è quello dei cormorani che va affrontato al più presto. Dipende tutto, a giudizio di Oppi, dal protagonismo di taluni addetti dell’assessorato, che devono essere avvicendati quanto prima”.

“Il Consiglio regionale – ha sostenuto Michele Cossa dei Riformatori – ha agito con buon senso anche se il provvedimento è stato piuttosto frettoloso con l’interruzione della pesca a metà della stagione. A questo errore bisogna mettere rimedio ed occorre utilizzare il tempo del rinvio per agire migliorando la ricerca coinvolgendo le migliori risorse dell’Università per le politiche di ripopolamento e, nello stesso tempo, garantendo il reddito dei pescatori professionisti e non. Infine, Cossa ha suggerito un maggior rigore contro l’abusivismo intensificando il sistema dei controlli. Il consigliere Valter Piscedda, del Pd, ha ricordato che “la situazione della pesca del riccio non si è determinata per cause naturali. Servono correzioni tempestive, ha auspicato, e la maggioranza ha perso almeno un paio di buone occasioni per intervenire per tempo: ad esempio, inserendo i “ricciai” nel comitato pesca e potenziando le attività di ripopolamento, che già si svolgono a livello sperimentale ma con buone prospettive in alcune zone della Sardegna”. Piscedda ha infine annunciato la ripresentazione di specifici emendamenti in finanziaria.

Desirè Manca, del M5S, ha invitato tutti ad “uscire dal dilemma tra salvaguardia dell’ambiente e tutela del lavoro, perché molti hanno dimenticato che fanno parte della maggioranza e non possono sostenere oggi, genericamente, che ci sono stati ritardi imputabili a qualcun altro”. Il problema, dunque, secondo la Manca, è “tutto in capo alla maggioranza che aveva tutti gli strumenti per intervenire e non li ha saputi usare. Bisognava pensarci prima, ha concluso, evitando di lasciare molte famiglie sulla strada”. Pierluigi Saiu, a nome della Lega, ha ribattuto che “la maggioranza ha assunto fin dall’inizio una linea molto chiara che tutto il Consiglio ha poi condiviso. Mura e Cera hanno detto le cose come stanno, ha continuato Saiu, perché hanno parlato da rappresentanti dei sardi a prescindere dalle appartenenze. C’è su questo tema una volontà comune del Consiglio per risolvere il problema, ha concluso, e va percorsa fino in fondo questa strada positiva e costruttiva lavorando su tre azioni: progetti per il ripopolamento, sostegno al settore con ristori ed investimenti sulla filiera, contrasto all’abusivismo”.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli e, seguire, tutti gli articoli della legge. Prima del voto finale, il vice presidente della Regione Alessandra Zedda ha ricordato che la modifica legislativa poteva essere fatta solo dal Consiglio ed inoltre, nel merito, il confronto costruttivo con le associazioni di categoria ha portato a definire una nuova strategia di azione, venendo incontro agli operatori del settore e lavorando, nello stesso tempo, per ridefinire meglio alcune professioni collegate alla pesca. Dichiarando il voto favorevole del suo gruppo, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha sottolineato che, al di là di molti aspetti della vicenda, è emersa l’incapacità politica dell’assessore di gestire la situazione. Il Consiglio ha poi approvato la legge all’unanimità con 54 voti favorevoli

Exit mobile version