ogliastra.vistanet.it

Santo Stefano: perché questo santo è così importante al punto che lo si festeggia dopo Natale?

Natale e Santo Stefano, un binomio inscindibile. Eh sì, perché la celebrazione del Natale prosegue per tutti, ma forse con meno enfasi, il 26 dicembre con la giornata dedicata al primo martire cristiano: Santo Stefano Protomartire, appunto. In Italia dal 1947, in Germania, Austria, Romania, Città del Vaticano, Croazia, Danimarca, Irlanda, San Marino e Svizzera italiana questo giorno è un vero e proprio giorno di festa al pari del Natale. Ma perché questo giorno così vicino al Natale è dedicato ad un santo festeggiato quasi quanto Gesù? La risposta è semplice.

Santo Stefano, come lo stesso San Giovanni Evangelista, è considerato dalla Chiesa cattolica un “comites christi”, una persona cioè che è stata molto vicina a Gesù durante la sua permanenza terrena e che fu tra le prime a dare prova della sua fedeltà a Cristo con il martirio. Se il 26 dicembre, infatti, spetta a Santo Stefano essere celebrato, il 27 è il turno di San Giovanni Evangelista, seguito il 28 dai Santi Innocenti, bambini uccisi da Erode nel tentativo di uccidere anche Gesù Bambino.

Molto venerato dalla Chiesa cattolica, Santo Stefano fu uno dei primi giudei a diventare cristiano e divenne  il primo diacono di Gerusalemme. Sebbene il suo nome abbia origini greche (Stefano, in greco significa “coronato o portatore di corona”, ndr), non si è certi se le sue origini siano altrettanto greche. La sua storia è ricca di fascino: uomo di cultura e saggezza, Stefano pervaso dalla fede iniziò a seguire gli Apostoli e in seguito alle sue predicazioni, molti ebrei si convertirono. Proprio per questo, fu accusato di blasfemia dal Sinedrio e morì lapidato nel 34. Viene sempre raffigurato con in mano la palma del martirio e una pietra.

Exit mobile version