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Natale 2022, gli auguri del sindaco di Lanusei Davide Burchi

Davide Burchi

Davide Burchi

In Ogliastra il Natale è una festività molto sentita, un momento da passare in famiglia all’insegna della tradizione.

Di questa ricorrenza abbiamo parlato – con molto piacere – con il sindaco di Lanusei, Davide Burchi.

Sindaco Burchi, cosa significa per lei il Natale?

«Il Natale evoca ricordi dei primi anni di vita, ritmi lenti, famiglia, lo stare insieme col sorriso. Il fuoco acceso ed il maglione rosso. Poi l’adolescenza, le mesa di mezzanotte con gli amici, le tombolate dai Salesiani, i brindisi. Da ultimo nuovamente famiglia, nuovamente maglione rosso, nuovamente serenità».

Come si riesce a conciliare il significato cristiano del Natale con la festa commerciale, i regali, i cenoni, i pranzi e gli acquisti?

«In questo caso si entra nella sfera soggettiva. E’ bello il momento religioso ma, in parte, se non eccessivo, ha il suo valore anche quello commerciale. Il valore di una sorpresa è molto più rilevante di un regalo importante ma scontato».

Che cosa ricorda del Natale vissuto nel corso della sua infanzia e giovinezza? Da sindaco di Lanusei?

«In parte ho risposto in precedenza. Secondo me il Natale è una delle feste che è cambiata meno negli ultimi anni, lo dico in positivo. A me piace viverlo in maniera semplice, ma ho idea che questa impostazione sia condivisa dalla maggior parte dei lanuseini».

Come ha visto cambiare questo evento nel corso dei decenni?

«Forse le tavolate sono un po’ meno affollate di un tempo ma dipende dal fatto che oggi le famiglie siano meno numerose. Il calore e l’empatia che si crea però sono sempre le stesse».

Da sindaco ogliastrino cosa augura agli abitanti di tutta la zona?

«Di trovare la forza di essere artefici della nostra vita, di costruire dei progetti e di portarli avanti con caparbietà. Mai arrendersi, mai piangersi addosso, dobbiamo avere fiducia in noi stessi prima di tutto. Come singoli e come comunità».

Dove trascorrerà il Natale?

«Da tanti, tanti anni il copione è sempre lo stesso. La cena del 24 con la mia famiglia, il pranzo del 25 con quella di mia moglie».

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