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Natale 2022, gli auguri del consigliere regionale Salvatore Corrias

Il Natale è una festività molto sentita in Ogliastra, un momento da passare in famiglia all’insegna della tradizione.

Di questa ricorrenza abbiamo parlato, con molto piacere, con il consigliere regionale ogliastrino, Salvatore Corrias.

Onorevole Corrias, cosa significa per lei il Natale?

«Il Natale ha un significato universale, che abbraccia e coinvolge tutte le culture e tutte le sensibilità, individuali e collettive, di chi crede e di chi no. Un significato intriso di buoni sentimenti, dei quali, per un giorno almeno, ci ricordiamo l’esistenza. Serenità e felicità sono le parole d’ordine, vuote di senso e di significato se poi non condivise.

Ecco, io credo che il significato più profondo sia proprio quello della condivisione, dell’apertura al prossimo, senza se e senza ma: lì sta la portata reale del Natale, lì il messaggio evangelico ed ecumenico che da Betlemme si irradia, da secoli, sulla storia dell’uomo. Spetta a noi coglierne l’importanza».

Come si riesce a conciliare il significato cristiano del Natale con la festa commerciale, i regali, i cenoni, i pranzi e gli acquisti?

«In effetti è davvero difficile trovare un filo di coerenza tra il verbo della povertà e quello imperante della pubblicità, tra l’infreddolito bambin Gesù e il paffuto Babbo Natale, sintesi perfetta, quest’ultima, nella sua stessa ascendenza, di sacro e profano.

Io credo che questi significati, così distanti, possano ritrovarsi nel senso del dono, che nasce dalla privazione di qualcosa e dalla necessità, appunto, di donarla. Lì sta la condivisione. Dio solo sa quanto ce ne sia bisogno. Ma credo lo sappia anche Babbo Natale».

Che cosa ricorda del Natale vissuto nel corso della sua infanzia e giovinezza?

Ricordo l’attesa della neve e del regalo sotto l’albero, un poco alla Dickens, ma anche l’intensità dei giorni di vacanza riempiti dall’impegno del presepe, che era tutto nell’odore del muschio e nella certosina manutenzione di luminarie e statuette. Per il resto, ma già si era più grandetti, era il Natale di tutti, degli svaghi e dell’allegria».

Durante il suo impegno da sindaco di Baunei?

«Ricordo un Natale senza acqua nelle case. Per una settimana intera ci furono disservizi in tutto il paese, e presenziai personalmente a tutte le operazioni di approvvigionamento. Mi beccai un bel raffreddore, ma fui felice di essermi reso disponibile alla mia comunità e di avere, infine, risolto, almeno per allora, il problema. Forse è stato il mio più bel Natale. Senz’altro quello più autentico».

Come ha visto cambiare questo evento nel corso dei decenni?

«Be’, direi che non è cambiato granché, né come ricorrenza religiosa, né come fatto commerciale. Il Natale ha la stessa risonanza che aveva negli anni del boom: prima c’era solo la TV, ora c’è il tam tam dei nuovi media. Non è cambiato nemmeno il nostro modo di viverlo, da credenti o da atei.

Certamente la pandemia è stata ed è una dura prova, che sta mettendo in discussione tante cose, anche i nostri sentimenti, primo fra tutti la fiducia. E questo cambia il nostro senso della quotidianità e della vita, anche a Natale. Questo Natale, stavolta, è diverso».

Lei è attualmente consigliere regionale, cosa augura agli abitanti dell’Ogliastra?

«Auguro agli ogliastrini e ai sardi tutti di ritrovarla, quella fiducia, di “armarsi” e di partire, per stare all’adagio. Ora più che mai c’è bisogno di far fronte comune, di affrancarsi dagli steccati politici e di assumere scelte condivise sul futuro, sulla via maestra del PNRR e di quanto oggi farà al caso nostro. Parlo di lavoro, oggi ridotto all’osso, di sanità, oggi senza medici, di scuola, oggi senza alunni. Parlo di una crisi che, se non la affrontiamo tutti insieme, rischia di vederci soccombere.

Questo, dunque, auguro alla mia gente. Di riprendere la fiducia e di aver voglia di condividere un percorso di resilienza e di resistenza. Un percorso che possa portarci ad un futuro migliore. Io sarò con loro».

Dove trascorrerà il Natale?

«Trascorrerò il Natale in famiglia».

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