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Talana, insediato il nuovo sindaco Christian Paolo Loddo: “Vogliamo creare comunità”

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Si è insediato ieri il nuovo sindaco di Talana Christian Paolo Loddo.

Ecco il suo discorso di insediamento:

«Carissimi concittadine e concittadini, ben trovati! Siamo qui oggi per compiere un dovere istituzionale che, perché non resti un gesto vuoto di significato, necessita di attenzione, comprensione e cura. Prima di cominciare porgiamo il nostro saluto alle autorità qui presenti della cui presenza ci pregiamo.

Porgiamo un deferente saluto al nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: egli è il capo dello Stato e rappresenta l’unita della nazione. L’insediamento del Consiglio Comunale e del Sindaco rappresentano un momento importante nella vita della nostra comunità. Siamo un gruppo di persone che hanno infatti deciso di mettersi in gioco per amministrare la comunità di Talana, ci siamo confrontati, ci siamo consultati, abbiamo condiviso idee e progetti, abbiamo stilato un programma che abbiamo proposto all’attenzione dei nostri concittadini: ci hanno scelto, ci avete scelto…

Il Comune è l’ente locale che rappresenta la comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. Questa definizione, presa da wikipedia, sottende tutta una serie di concetti e valori che
oggi sarà bene rimarcare. Anzitutto un ente locale esiste perché esiste un ente sovralocale che è lo Stato. Il Comune di Talana esiste perché esiste lo Stato Italiano che, ci piaccia o no, è l’ente che ci consente di esistere come cittadini, come lavoratori, come viaggiatori, come autisti…senza Stato non avremmo la carta d’Identità, il passaporto, la patente, non potremmo firmare un contratto, non potremmo sposarci e dare un nome ai nostri figli…capiamo che spesso lo Stato, ovvero la Repubblica Italiana, ci impone leggi e tributi che noi riteniamo ingiusti: la disobbedienza o, peggio ancora, la trasgressione delle regole non è la via giusta per far sentire le nostre ragioni. La via è sempre la legalità. Nella legalità il Comune avrà il linguaggio per rappresentare la comunità in sede regionale, nazionale, europea ed internazionale; senza legalità, nell’illegalità, ci verrà messo un bavaglio che ci impedirà di avere udienza e credibilità: vogliamo portare avanti tanti progetti e tante istanze che però necessitano di una comunità coesa e rispettosa della legalità.

Più di ogni altra cosa, vogliamo creare comunità: come ci siamo detti in campagna elettorale, comunità significa unità insieme, significa che i più deboli sono parte integrante della comunità e
non dei dimenticati, significa soprattutto che ci dobbiamo sentire parte della stessa casa e dobbiamo sentirci accomunati da uno stesso destino. Come in una famiglia il figlio debole e malato ha necessità di più cure e attenzioni, così nella comunità le persone che non hanno un gruppo familiare forte e numeroso che le tuteli devono sentirsi protette, tutelate e sostenute da tutta la comunità. Come in una famiglia tutti si sentono coinvolti per l’andamento del bene comune, tutti hanno cura di non sporcare, di lasciare in ordine, di non rovinare i muri, i pavimenti e le suppellettili della casa, tutti contribuiscono al ménage familiare, così dovremmo avere cura, anzi avremo cura del nostro abitato non rovinando muri, strade, panchine, fontane, lampioni, cestini per la nettezza urbana, non getteremo i mozziconi di sigaretta per strada. Cureremo ciò che è di nostra competenza, la nostra aiuola, il nostro balcone, il viottolo di casa sia per dare decoro alla nostra vita privata ma anche per dare lustro alla nostra intera Comunità. Cureremo e tuteleremo il nostro territorio non inquinando, non gettando inerti, non deturpando ma preservando, migliorando e fruendo di quanto la natura ci ha dato.

Se sapremo vivere nella legalità, se sapremo fare comunità, verrà tutto il resto: qualità della vita, lavoro, ricchezza, impresa, turismo, tutela di prodotti e tradizioni, in una parola SVILUPPO.
La parola sviluppo rappresenta una metafora splendida: rappresenta il fenomeno naturale di apertura alla vita. Il contrario di sviluppare è avviluppare, cioè avvolgere e stringere in una morsa che non consente di esprimere le potenzialità: una bandiera, avviluppata attorno a un asse nasconde se stessa, ma quando questa si sviluppa, ovvero, si apre e si spiega e sventola libera esprime le proprie potenzialità e si manifesta in tutta la sua bellezza. L’idea di sviluppo sottende un’idea di libertà, di liberazione da vincoli, di manifestazione delle qualità proprie di ciascuno: un bambino si sviluppa quando esprime se stesso al meglio delle proprie potenzialità. La nostra Comunità necessità di sviluppo e noi, come Comune, come amministrazione promuoveremo lo sviluppo. La nostra azione sarà certamente legata al rinvenimento di fondi che consentano la realizzazione di progetti, d’altronde come dicono in Toscana, “senza lilleri ‘un se lallera”. Ma la nostra azione vuole essere soprattutto un’azione di liberazione da vincoli mentali quali la paura, la mancanza di coraggio, la sfiducia, l’ignoranza, il rancore. Per questo, parafrasando il poverello d’Assisi, vorremmo far sì di portare Amore al posto dell’odio, Perdono al posto dell’offesa, Unione al posto della discordia, Fede al posto del dubbio, Verità al posto dell’errore, Speranza in luogo della disperazione e Gioia dove ora vi sia tristezza: in una frase, Luce dove sono le tenebre.

Vorremmo essere i primi a dare l’esempio non chiedendoci, come diceva J.F. Kennedy, “che cosa lo Stato possa fare per noi, ma noi per lo Stato”. Finora ho parlato sempre al plurale, perché volevo raccogliere i sentimenti di questa splendida squadra che tanto ha già fatto e che tanto farà e presentarli a tutti voi che ascoltate o che leggerete. Permettetemi ora di parlarvi a titolo personale. Oggi sono qui due persone che tanto hanno contribuito al bene di questa comunità, che tanto si sono spese per il bene di tutti, nessuno di noi li vede eppure sono certo della loro presenza. Mi avrebbero dissuaso dall’intraprendere questa avventura ma sarebbero stati comunque orgogliosi di me, come lo sono sempre stati: sono Emilia e Mario. Credo che col loro esempio in vita ci abbiano ispirato sempre buone azioni, credo che ancora oggi le ispirino al nostro cuore. Col loro aiuto ce la faremo. Grazie!»

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