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Squid Game, l’allarme dello psicologo Luca Pisano: “I bambini non hanno gli strumenti per comprenderla”

E’ la serie del momento: tutti la guardano e tutti ne parlano. Stiamo parlando – ovviamente – di Squid Game, la serie tv coreana che sta spopolando nel mondo grazie alla piattaforma di streaming Netflix.

A lanciare un monito è lo psicologo cagliaritano Luca Pisano, Direttore Osservatorio Cybercrime Sardegna. Molti bambini infatti, anche in Sardegna, l’hanno vista o la stanno guardando, ma secondo Pisano a quell’età non si hanno gli strumenti necessari alla comprensione della violenza presente. Una critica non tanto alla serie da parte dello psicologo, quindi, quanto alla fruizione della stessa da parte dei più piccoli, che poi la ritrovano nei videogames.

«SQUID GAME: perché anche a Cagliari, Quartu S. Elena, Sant’Antioco, Calasetta, Carbonia, San Giovanni Suergiu, Giba, Sant’Anna Arresi, Teulada, Sanluri, Oristano, Bosa, Sassari, Alghero, Olbia, Budoni, Siniscola, Nuoro, Belvì, Aritzo, MOLTISSIMI BAMBINI SEGUONO questa serie TV e possono giocarci su Roblox e Minecraft? Innanzitutto molti genitori non hanno compreso che esporre i bambini a contenuti inadeguati per loro fase evolutiva è una forma di abuso all’infanzia. Infatti, l’imposizione di ritmi di acquisizione precoce, pretendere cioè che siano in grado di comprendere e gestire gli stimoli digitali come se fossero degli adulti in miniatura, è una delle forme con cui si esprime la discuria, una patologia della fornitura di cure. Insomma, fare vedere Squid game è come pretendere che un bimbo di un anno consegua il controllo sfinterico, oppure che un bambino di sette sia in grado di risolvere le equazioni. Ovviamente non possono perché non hanno raggiunto il necessario sviluppo neuropsicologico.

Per Squid Game è la stessa cosa. Non potendo comprendere il significato della famosa serie TV, i bambini possono trattenere nella loro mente solamente la rappresentazione della brutalità fine a sé stessa. Se avessero avuto invece i necessari strumenti cognitivi per compiere l’inquadramento concettuale, avrebbero capito che Squid Game non promuove la violenza. Anzi. E’ una metafora del neoliberismo economico in cui si segnala il distinguo tra controllati (tutti noi che, lottando contro i nostri pari per sopravvivere, ci adattiamo passivamente al sistema) e controllori (i nostri governanti). Ma è anche un utile strumento per denunciare il degrado della nostra società, se si legge la Serie TV con gli occhiali delle teorie di Marx, Marcuse e Adorno. E sotto questo profilo è auspicabile che gli adolescenti di almeno 16-17 anni vedano Squid Game, per poi confrontarsi con i loro genitori e docenti.
Purtroppo, le vittime della discuria non sono solamente i bambini ma anche i loro genitori alle prese con subculture digitali – Youtuber, Streamer, Social Network, Videogame, musica RAP, TRAP e RAGGAETON (vedi post precedenti) – che non riescono a comprendere, valutare e gestire. In questi ultimi dieci anni, caratterizzati dall’esplosione della nuove tecnologie, il neoliberismo economico ha preteso che i genitori si adattassero al mondo virtuale. Ovviamente non tutti sono stati in grado di confrontarsi con questa imposizione di ritmi di acquisizione precoce, e molti, non riuscendoci, hanno dovuto abbandonare nel web i propri figli. Anche perché non c’è mai stata la pubblicità progresso per spiegare che prima di somministrare ai figli un contenuto virtuale bisogna SPERIMENTARLO in prima persona, giocandoci e/o vedendolo.

Questo è il nodo del problema sul quale i politici non vogliono intervenire perché culturalmente collusi con gli interessi economici del neoliberismo che preferisce abbassare la capacità critica delle persone e quindi la loro capacità di pensare per non dovere poi gestire opposizioni e contrapposizioni. Bombardare i giovani con messaggi che inneggiano alla violenza ha l’effetto di produrre giovani CRETINI che diventeranno poi adulti ugualmente cretini e quindi non in grado di pensare criticamente la realtà e di interrogarsi su quanto fanno i governanti. E intanto che tutti, soprattutto psicologi ed educatori, accusano i genitori di non educare i figli, si dimentica che il neoliberismo economico – e quindi i nostri governanti – hanno permesso che le famose scene violente di Squid game si possano giocare anche su Roblox e Minecraft, videogame consigliati ai bambini di 7 anni. Tutto questo è sempre ed esclusivamente colpa dei genitori?».

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