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Jerzu, il sindaco fa gli auguri agli studenti con i versi di Dante e una foto “amarcord”

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Il sindaco di Jerzu Carlo Lai ha fatto gli auguri agli studenti per l’inizio dell’anno scolastico.

Per farlo ha usato i versi della Divina Commedia e una foto “amarcord” delle scuole del paese negli anni ’50.

«Pochi minuti fa si sono aperti, per il “primo giorno di scuola”, i cancelli della “Scuola Materna”, delle “Scuole Elementari”, delle “Scuole Medie”, del Liceo Scientifico, del Liceo Linguistico e dell’Istituto Tecnico Commerciale.

Jerzu si è risvegliata nella meravigliosa vitalità mattutina che la caratterizza, complice, soprattutto, lo sciamare vociante dei “suoi” oltre 600 studenti. A loro andrebbe garantito che questo sarà il primo giorno di un lungo e proficuo anno scolastico che non si interromperà perché ogni sforzo sarà fatto affinché la scuola venga assicurata in presenza.

Alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi, agli insegnanti, al personale della scuola tutto e al dirigente, i migliori auguri di buon anno scolastico. Oggi, 14 settembre, questo primo giorno di scuola coincide con il 700-simo anniversario della morte di Dante Alighieri.

Dante è il padre della nostra lingua, il caposaldo della letteratura mondiale. Il simbolo che racconta al mondo l’Italia, il suo umanesimo e la sua identità fatta di bellezza e accoglienza. Ecco, saranno innumerevoli e meravigliose, le cose che gli studenti apprenderanno negli anni tra i banchi di scuola. Quella scuola che si incaricherà di educarli a diventare cittadini e ad divenire, un giorno, donne e uomini indipendenti, intelligenti, dotate e dotati di spirito critico e capaci di imparare sempre anche e soprattutto da adulti.

E non troviamo versi più appropriati di questi, inseriti dal Sommo Poeta nel Canto ventiseiesimo dell’ Inferno:

«”O frati,” dissi, “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza”».

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