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Sardegna, il periodico “balletto triste” dei trasporti: chi la cambia la lampadina fulminata?

Finisce l’estate, i turisti vanno via, ma il mare e i sardi restano lì, in Sardegna. Lì dove i trasporti sono una luce intermittente, una lampadina quasi fulminata che di tanto in tanto priva la stanza della luce. Di solito in questi casi c’è qualcuno che si prende la briga di salire su una scala, svitare la lampadina vecchia e metterne una nuova.

In Sardegna, ormai da qualche anno, nessuno si prende questa responsabilità. E così succede che dal 13 settembre in poi non si possa prenotare un traghetto da Cagliari a Civitavecchia o viceversa. Dal capoluogo alla capitale, mica “pizza e fichi”. La continuità territoriale garantita dalla compagnia Tirrenia è scaduta a giugno, ma il mercato e l’afflusso di turisti d’Oltremare ha tenuto a galla – è proprio il caso di dirlo – le navi nei mesi estivi. In autunno il collegamento diventerà “antieconomico”, come dicono i tecnici, e un’altra storica tratta tra Isola e Penisola rischia di saltare così come già avvenuto per i collegamenti Civitavecchia-Olbia e Genova-Porto Torres. La sosta ad Arbatax – sempre parafrasando i “tecnici” – antieconomica lo era già e quindi un saluto all’Ogliastra solo con il binocolo per le navi transitanti nel Tirreno, con buona pace dell’ingresso ufficiale dello scalo tortoliese nell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna. I bandi ci sono stati, ma sono andati deserti e non appare mai chiaro se la responsabilità sia di chi li scrive, di chi li legge o di entrambi.

Se poi si vuole raggiungere l’agognato Continente per via aerea bisogna fare in fretta: il 14 ottobre Alitalia, la compagnia aerea che in questi anni ha svolto il servizio di continuità territoriale nonostante fosse agonizzante, chiuderà definitivamente i battenti. Il nuove vettore Ita, pur essendo la prosecuzione naturale dell’ex compagnia di bandiera, è formalmente un’altra azienda e come tale necessiterà giocoforza di una nuova convenzione. L’alternativa c’è e la offre come sempre il mercato, ma con le sue regole, non sempre dolci e accomodanti. Ryanair per esempio collega Elmas con Ciampino, ma bisogna svegliarsi molto presto perché l’aereo del vettore irlandese stacca le ruote da terra alle 6.20 del mattino in punto e bisogna presentarsi al gate almeno un’ora prima.

Insomma la lampadina che ora dà luce alla stanza a breve non garantirà più la giusta illuminazione e ai piedi della scala va in scena il solito e periodico “balletto triste”. Il Ministero, la Regione e le compagnie di trasporto si scrutano e si studiano da lontano. La “patata bollente” della lampadina da cambiare dovrebbe toccare agli uffici romani di Villa Patrizi, ma da quaggiù non ci sembra che gli altri siano stati particolarmente insistenti, e soprattutto previdenti, nel chiedere il ripristino di un’illuminazione adeguata. E pure gli abitanti di questa stanza male illuminata sembrano essersi abituati alla penombra. Non vorremmo che sia una di quelle storie che finiscono così: «Sai che c’è? la lampadina nuova non serve, bastano le candele».

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