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“Secondo Round”, la collezione di gioielli genderless realizzata dall’ogliastrino Luca Cantarelli

Passione, talento e tanto coraggio. Queste sono tre qualità del multiforme animo artistico e creativo, del tortoliese Luca Cantarelli.

Conosciamo meglio il brillante ogliastrino e Second Round la prima collezione di gioielli genderless, una linea di 12 pezzi ispirati allo sport, concepita nei mesi di lockdown, che vuole simboleggiare la rinascita del prezioso manufatto Made in Italy post-pandemia.

Raccontaci di te e della tua storia.

Sono e cresciuto in Sardegna, dal 2012 vivo e lavoro a Milano. Ho iniziato a coltivare la mia creatività fin da molto giovane, circondato da una famiglia ricca di personalità artistiche in diverse discipline: pittura, scultura, scrittura e canto. A 18 anni, durante gli studi universitari a Cagliari, ho scoperto la mia predilezione per il design grazie alla pittura, trovando da subito un mio personale linguaggio espressivo influenzato dal mondo dei fumetti e dalle subculture giovanili. Dopo una laurea in Scienze Giuridiche, ho studiato Fashion Design e ho iniziato a lavorare nella moda nel 2012, crescendo in uno dei brand fissi nel calendario delle sfilate di Milano.

Successivamente alla mia esperienza di 3 anni nel design di abbigliamento e accessori, ho continuato il mio percorso nel campo dell’alta gioielleria, contribuendo al restyling di un famoso brand di gioielli milanese. Nei primi mesi del 2020, durante il lockdown, ho iniziato a progettare la mia prima collezione di gioielli in argento e pietre naturali che porta il mio nome, contaminando la tradizionale arte orafa Made in Italy con evidenti influenze dallo streetstyle e sportswear contemporaneo provenienti dal mio stile personale .

Al momento oltre al brand, porto avanti alcune consulenze nel RTW, insegno in una scuola di moda e scrivo per Vogue.it .

Parlaci del tuo rapporto con la Sardegna/Ogliastra?

Ho modo di tornarci veramente poco, due volte l’anno per le ferie, in cui ho una boccata di aria, colori e profumi che ti riscaldano il cuore e ti fanno pensare con una malinconia piacevole ai sogni passati.

Il tuo legame con il mondo della gioielleria?

Il generale ho un rapporto di amore e odio, ho iniziato direi quasi casualmente a lavorare nell’alta gioielleria, mondo molto differente e lontano da quello dell’abbigliamento.

Non credo sinceramente alla casualità degli eventi ma a una consequenzialità predestinata e quando anni fa ho iniziato per la prima volta a disegnare gioielli, è stata una prova abbastanza impegnativa che mi ha portato un bel bagaglio di esperienza e persone del settore, non credo sia stato un caso ma era semplicemente destino.

Raccontaci di questa tua prima collezione.

Second Round è il nome della mia prima collezione di gioielli genderless. Una linea di 12 pezzi ispirati allo sport, realizzati a mano in Italia in argento 925, smalti colorati e pietre preziose.

Il nome della collezione evoca il mio percorso professionale non convenzionale che, con il trasferimento dalla Sardegna a Milano, mi ha portato a vivere il “second round” della mia vita incanalando concretamente le mie predisposizioni artistiche. Un secondo tempo personale che, attraverso il lancio dell’omonimo brand di gioielli, simboleggia anche la rinascita del gioiello Made in Italy nel post lockdown.

Il design della collezione Second Round riflette due delle mie principali passioni: l’interesse per gli oggetti di modernariato e il culto per il mondo sneaker e sportswear. Le influenze estetiche provenienti da questi due universi molto distanti si fondono in un design autenticamente originale, un linguaggio personale inedito, in cui ho volutamente far perdere traccia del processo creativo portando in primo piano il forte impatto visivo della collezione.

Che cosa rappresenta e cosa vuole trasmettere?

Evocando il secondo tempo di una sfida sportiva, la collezione Second Round rappresenta non solo un nuovo inizio per tutti ma simbolicamente una seconda occasione di riscatto che ognuno può avere nella vita.

Quanto conta la creatività nel tuo lavoro?

Credo sia un fattore importante ma non determinante, dipende da cosa vuoi fare; la parte creativa è un piccolissimo aspetto del processo moda, un punto di partenza dal quale poi si sviluppano una serie di attività più concrete e tecniche, spesso anche noiose, dello sviluppo di un’idea. Creativi ma concreti, c’è sempre il rovescio della medaglia per qualsiasi attività/situazione.

A chi ti ispiri nel tuo lavoro e a chi, in particolare, in questo progetto?

Second Round è ispirata principalmente allo sport , una collezione bicefala con un bipolarismo estetico che vede scenari abbastanza contrapposti: ti cito a tal proposito il mio motto “jewels for sports lovers and iron ladies”.

La campagna del brand, presentata in anteprima su Vogue, vede protagonista Fabiana Giacomotti, che ha scelto di valorizzare i miei gioielli posando per Second Round, un progetto dove convergono l’interesse per gli oggetti di modernariato e il culto per il mondo sneaker e sportswear. Due universi genderless che mi hanno spinto a immaginare gioielli che possano essere indossati indistintamente da uomini e donne: orecchini a cerchio, pendenti a medaglia, bracciali tag e anelli cocktail o chevalier nei toni del blu acceso, il bianco e il nero degli smalti, intervallati da punte di verde, rosso e di arancione dati dalle pietre preziose.

Cosa consiglieresti ad un giovane che vorrebbe lavorare nel tuo settore?

Sicuramente di iniziare a lavorare quanto prima, fare gavetta e tastare con mano il lavoro che ci piacerebbe fare, spesso la propria aspirazione dei sogni si rivela una vera e propria fregatura e quello che abbiamo magari assorbito nelle scuole spesso risulta completamente estemporaneo e poco reale. Solo verificando di persona e concretamente la nostra “passione” può portarci ad avere le idee più chiare e avere tanto coraggio.

Un auspicio per il futuro?

Lavorativamente, prendere la direzione creativa di una maison. Contemporaneamente continuare a sviluppare il brand con le nuove collezioni; sicuramente non da Milano, magari dalla mia baita in montagna – scherza Cantarelli (Ndr) -.

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