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Accadde Oggi. 9 agosto 1920, 101 anni fa nasceva l’immenso Enzo Biagi

101 anni fa nasceva Enzo Biagi, uno dei maestri del giornalismo italiano.

Nato il 9 agosto 1920 a Lizzano in Belvedere, in località Pianaccio (Bologna), ha scritto oltre ottanta libri ed ha condotto interviste che hanno scritto la storia. Tra i più innovativi in televisione, è stato il protagonista di ‘Linea diretta’ e ‘Il fatto’. Morì il 6 novembre del 2007.

Sul finire della Seconda Guerra Mondiale, aderisce alla Resistenza tra le fila delle brigate Giustizia e Libertà legate al Partito d’Azione. Nello specifico si occupa della stesura di un giornale partigiano, ‘Patrioti’. Tornato al ‘Resto del Carlino’, diventato intanto ‘Giornale dell’Emilia’, nel 1947 viene inviato in Gran Bretagna per raccontare il matrimonio della futura regina Elisabetta II. Quello nel Regno Unito è stato il primo di una lunga serie di viaggi all’estero che ne faranno un “testimone del tempo”. Morì il 6 novembre del 2007.

Ecco come lo descrive la figlia, Bice Biagi.

“A mio padre piaceva definirsi “un cronista”. E non era un vezzo né un indulgere a falsa modestia. In lui c’era una grande curiosità, lo appassionavano le storie delle donne e degli uomini che incontrava, fosse un Capo di Stato, un primo ministro o un minatore del Sulcis. L’ultimo reportage che avrebbe voluto realizzare era un viaggio nella provincia italiana. Diceva: “Voglio sentire i racconti di un farmacista di paese, della maestra di un villaggio, del sindaco di un piccolo comune”. Aveva viaggiato per tutto il mondo, intervistato la maggior parte dei personaggi che hanno fatto il Novecento, statisti, attori, scrittori, intellettuali, ma, sosteneva, “In fondo non sono mai andato via da Pianaccio”.

E del suo borgo sull’Appennino aveva conservato certe chiusure dei montanari, il riserbo che può sembrare timidezza, il rispetto per il lavoro, il gusto per le cose e i cibi semplici. Difficile per me dire che padre è stato: di sicuro non era un padre da weekend, nemmeno un amico perché sosteneva che essere genitore è un’altra cosa. Certo, nonostante le sue lunghe assenze, c’è sempre stato quando avevamo bisogno di lui. Sono convinta che l’eredità più forte che ci ha lasciato siano l’importanza della responsabilità individuale, il valore della libertà, la coerenza con le proprie opinioni e la difesa delle proprie scelte”.

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