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Chiude improvvisamente il Liceo Linguistico di Nuoro: studenti e famiglie nel panico si appellano al Direttore

Studenti liceo, immagine di repertorio

 

Gli studenti del Liceo Linguistico Maria Immacolata di Nuoro e le famiglie dell’intera provincia che si sono ritrovati all’improvviso privati della scuola e del diritto allo studio perché la cooperativa che gestiva l’istituto ha deciso di chiudere.

Oggi queste famiglie si ritrovano a dover contattare, di corsa, altri istituti della città per chiedere l’inserimento di questi studenti che finora hanno intrapreso un percorso formativo differente. Lo fanno con un nullaosta la cui motivazione è falsa perché non è la famiglia a voler ritirare lo studente, ma la scuola che la costringe, precludendone il percorso formativo. Ci sono famiglie che hanno deciso di non richiedere il nullaosta, al contrario, dal momento che è stato loro comunicata con gravissimo ritardo la volontà della Cooperativa di  chiudere, hanno voluto sensibilizzare Istituzioni, Politica e Territorio con: richieste scritte, lettere, note informative, telefonate e incontri, al fine di trovare una soluzione che provveda alla continuità didattica, al completamento del ciclo di studio e al conseguimento del diploma di Liceo Linguistico Europeo avendo garantito, pertanto, il diritto allo studio sancito dalla Costituzione.

Direte voi: “Ma si tratta di una scuola privata/paritaria”… giusto, paritaria perché autorizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione, lo stesso ministero che ha autorizzato tutte le scuole, di ogni ordine e grado, presenti nel territorio nazionale.

Tante richieste e tanti attori coinvolti, chiederete ancora: “Perché le famiglie portano avanti tutte queste azioni?” Perché si parla di un liceo dove si studiano quattro lingue con un’offerta formativa eccellente, diversa da quella degli istituti ad indirizzo linguistico presenti nel territorio. Questa è la ragione per cui si ritrovano senza scuola: non vi è un analogo in provincia. Peccato però che questo istituto sia realmente importante per una zona come la nostra vocata al turismo e all’accoglienza, che dia i prerequisiti per l’accesso all’università e che permetta ai neodiplomati l’accesso diretto al mondo del lavoro.

«Perché cancellare oggi una scuola in un territorio dove regna la dispersione scolastica? Perché proprio nel momento in cui si cerca di superare il brutto periodo che ha costretto i ragazzi, con grandi privazioni, alla didattica a distanza? Non si dovrebbe sostenerla solo perché il numero degli studenti è esiguo? Non dimentichiamoci che nei nostri paesi sono presenti istituti superiori da circa 50 anni con una sola sezione e che hanno formato medici, avvocati, agronomi, veterinari, docenti universitari, dirigenti aziendali… alcuni politici che ci governano» scrivono i genitori in una accorata lettera destinata al Direttore.

«I nostri ragazzi non potranno più conseguire il diploma per cui hanno intrapreso il percorso formativo, vanificando i sacrifici fatti sino ad ora e compromettendo il loro futuro lavorativo. Perché non accettare la richiesta di essere Comunità Educante e far nascere il Liceo Linguistico Europeo Statale? Questo chiediamo alla Politica, che dovrebbe ascoltare il Territorio per creare Comunità: una sana e costruttiva ridistribuzione dell’offerta formativa. Vi è sicuramente un concorso di colpe da parte di tutti gli adulti coinvolti in questa situazione, ma è arrivato il momento di prenderne coscienza: non può un ragazzo, il 29 giugno, passare ad un altro istituto con un percorso differente. Non ci sono i tempi per eventuali integrazioni e soprattutto neanche quelli per valutare le proposte nelle altre province»

«Le scritte sui muri e nelle gallerie “100 giorni prima dell’esame“ che trasmettono l’emozione degli studenti riportano alla mente i primi giorni di scuola, le amicizie nate tra i banchi, i voti belli e brutti, i prof, le barzellette e le litigate. Come una pellicola scorrono e si proiettano nel futuro di chi vive quel momento. Per i nostri ragazzi il territorio ha deciso che non solo non ci saranno più i “100 giorni”… ma che per loro non ci sarà proprio più la scuola e, ancor peggio, il futuro professionale che avevano sognato!» concludono le famiglie degli studenti del Liceo Linguistico Maria Immacolata.

Al Direttore è stata inviata una lettera anche da parte degli studenti che frequentavano il Liceo Linguistico in questione: «Le scriviamo a nome degli alunni del Liceo Linguistico Maria Immacolata, per portare alla Sua attenzione una vicenda avvenuta recentemente, di cui siamo venuti a conoscenza solo negli ultimi giorni e che ci tocca in modo particolare. Il 29 giugno  i nostri genitori sono stati convocati a una riunione dalla preside del nostro istituto, insieme al presidente e al commercialista della cooperativa che gestisce la nostra scuola.  Durante l’incontro, è stata comunicata l’improvvisa chiusura della scuola, che comporta l’interruzione del nostro ciclo di studi e l’impossibilità di conseguire il diploma che chiude il nostro percorso.  La cosa che più ci turba è non essere stati al corrente di tutte le circostanze che hanno portato a questa situazione.

E concludono: «Siamo a conoscenza di come la provincia di Nuoro abbia il più alto tasso di dispersione scolastica, perciò la chiusura di un altro istituto potrebbe portare ad un ulteriore aumento dei numeri. Il nostro liceo è l’unico nella provincia che prevede l’insegnamento di quattro lingue straniere, per questo motivo, a tutti noi urge trovare una soluzione per poter continuare il percorso da noi scelto, e non doverne cercare uno alternativo, che in ogni caso non corrisponderebbe comunque a ciò che abbiamo studiato in questi anni e ci porterebbe a perdere l’attestazione della quarta lingua. Il ritardo nella comunicazione e il non essere stati aggiornati in tempo reale sulla difficile situazione che la cooperativa stava vivendo, ha suscitato in noi un senso di abbandono e ci sentiamo privati del nostro diritto allo studio. La informiamo di ciò che ci sta accadendo per chiedere il Suo sostegno e aiuto per poter risolvere questa situazione. Confidiamo nel suo intervento».

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