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Accadde oggi, 30 luglio 1997: muore il cagliaritano Giuseppe Anedda, il “Paganini del mandolino”

Moriva nella sua città il 30 luglio 1997, il Maestro Giuseppe Anedda, il “Paganini del mandolino”, musicista cagliaritano celebre in tutto il mondo. Abbandonato precocemente il dispendioso studio del violino, Anedda, figlio di Avendrace, poeta improvvisatore cagliaritano, ebbe una carriera sfavillante. E la ebbe grazie a uno strumento minore, che seppe però regalargli la grandezza.

Dalle prime esibizioni all’età di dieci anni, fino all’ingresso nel “quartetto Karalis”, passando per gli anni in servizio presso la polizia del Palazzo Reale di Napoli. I primi riconoscimenti però soltanto negli anni Trenta, con la vittoria, per due anni consecutivi, del Premio Nazionale della Direzione Generale del Dopolavoro. La collaborazione con l’EIAR (oggi RAI) iniziò invece alcuni anni più tardi, e diede il via a una serie di concerti in giro per l’Italia e per il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti.  Nel 1965, durante l’esecuzione romana di un balletto di Igor Stravinskij, una voce si alzò dalla platea: “Bravo Mandolino!”. Si trattava dello stesso Stravinskij, che volle a ogni costo stringere la mano al cagliaritano, in quel momento impegnato con l’orchestra sinfonica della RAI.

Nel 1972 Anedda fu l’unico italiano al Festival di San Juan de Portorico, manifestazione svoltasi nella villa del violoncellista Pablo Casals, riservata ai più grandi solisti viventi. Insieme a Carla Fracci, pochi anni più tardi, inaugurò il Festival dei Due Mondi nel South Carolina. Nel 2008 il Comune di Cagliari ha dedicato al mandolinista la via che collega il Conservatorio al Teatro Lirico. Per celebrare il centenario della sua nascita, nel 2012, Poste Italiane ha attivato un annullo filatelico.

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