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Gairuccio, il mufloncino salvato da Forestas non ce l’ha fatta

Il mufloncino Gairuccio non ce l’ha fatta. L’animale – che nei giorni scorsi era stato salvato da due dipendenti dell’azienda regionale del cantiere di Gairo, che lo avevano trovato ferito in un anfratto di roccia dopo aver seguito la madre, che aveva attirato la loro attenzione con strani comportamenti – è morto stanotte. La sua storia è stata, nei giorni passati, protagonista sui social.

A dare la triste notizia l’Agenzia Forestas: «Da ieri, purtroppo, la vivacità del mufloncino era calata, dopo l’iniziale miglioramento ottenuto grazie alle terapie dei giorni scorsi. Il Mufloncino non ha superato quest’ultima nottata: è morto per rapide complicazioni respiratorie subentrate ad aggravare il suo stato sanitario già compromesso dalla necrosi alla zampetta lacerata. Ma c’è di più: la ferita mortale alla zampetta era probabilmente dovuta ad un laccio metallico, secondo gli esami del nostro veterinario. Laccio che l’aveva intrappolato nel bosco, con conseguenti lesioni da strozzamento dell’arto posteriore e conseguente anchilosi e necrosi…così era stato trovato tra le rocce, dove probabilmente era caduto dopo essersi in qualche modo liberato, forse con l’aiuto della mamma. Ma ormai indebolito dall’infezione, disidratato e sicuramente fiaccato dalla necrosi era caduto nel dirupo dal quale, la settimana scorsa, era stato recuperato dai nostri operai richiamati dal belato disperato della mamma-mufla».

Salvato la settimana scorsa in Ogliastra, prima ricoverato in un centro veterinario a Tortolì e poi trasportato a Monastir nel centro Forestas, si stava riprendendo. Ma ieri la situazione ci era apparsa in peggioramento, dopo l’iniziale miglioramento dei due giorni precedenti, che tanto aveva fatto sperare. Questo piccolo agnellino di muflone, ormai morto, ci ha insegnato qualcosa: l’istinto materno che aveva spinto la mufla a richiamare l’attenzione dei nostri uomini, la bellezza di questo cucciolo e la ferita che, se fosse confermata l’ipotesi del veterinario Forestas, è riconducibile alla cattiveria e allo squallore di un bracconiere. La Natura è tanto bella e preziosa, a volte persino stupefacente nel mostrarci quanto sia capace di amare una mamma-mufla. La Natura ha tanto bisogno di protezione e cura, come quella che abbiamo cercato di darle attraverso le strutture Forestas. La Natura non merita la cattiveria e il disprezzo di chi non la rispetta e compie gesti distruttivi come il bracconaggio».

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