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La storia di “Gairuccio” il cucciolo di muflone salvato dai dipendenti Forestas e mamma mufla

Arriva una bella ed emozionante storia dal cantiere Forestas di Usalasa nel territorio di Gairo.

È la vicenda di un cucciolo di muflone in pericolo di vita, soccorso dagli operai gairesi grazie allo straordinario comportamento di “mamma mufla”.

Racconta l’azienda regionale :”Mezza mattina di qualche giorno fa: alcuni dipendenti Forestas, svolgendo i normali lavori di cantiere sentono in lontananza il belato di un selvatico, presumibilmente una mufla.
Un belato continuo e ininterrotto, pare un lamento, arriva da un rocciaio in alto, e così una squadra di due uomini decide di salire su per la montagna a verificare.

In effetti, giunti in alto notano la presenza di due femmine di muflone, che insolitamente non fuggono al loro arrivo, anzi – cosa ancor più strana, sembrano volerli attirare nelle immediate vicinanze.
Di solito non si entra mai in contatto con i selvatici, ma stavolta è diverso: una delle due mufle si separa dall’altra e continuando a belare va ad inerpicarsi ancora più su per la montagna, in un terreno scosceso e accidentato, incurante della nostra presenza a qualche metro di distanza…
In questi casi quel che conta sono le sensazioni, e i nostri uomini credono, anzi percepiscono, che l’animale per niente preoccupato della loro presenza voglia qualcosa da loro. Così la seguono a distanza, e notano che lei ogni tanto si volta come ad assicurarsi che la stiano seguendo.

La situazione diventa surreale e misteriosa, mentre si sale sempre più in alto e il cammino diventa impervio; ancora 50 metri, poi la mufla si ferma, li aspetta: ormai è chiaro che vuole portarli a veder qualcosa, ma cosa?
Giunti in cima, i due uomini di Forestas notano che ora l’animale rimane immobile, li guarda, comunica con lo sguardo. Al silenzio, subentra quasi impercepibile nel vento un tono leggero: è il belato di un cucciolo, proviene da un anfratto roccioso ben nascosto.

I due uomini, sempre più in sintonia con lo stato d’animo della mufla, intuiscono la situazione e subito si avvicinano e si sporgono e scorgono quello che ormai era ovvio, tutto diventa più chiaro, come se la mamma-mufla avesse parlato loro: là sotto c’è il suo cucciolo, con la zampa posteriore incastrata sotto una fessura, tra i massi.
I due uomini Forestas raggiungono l’animaletto e dopo vari tentativi riescono a liberarlo dalle rocce è molto spaventato, il cucciolo, trema e sembra aver bisogno del conforto dei due.

La mamma osserva, sembra rasserenata dalla scena, e anche questo è insolito ma straordinariamente emotivo.

Prima del trasporto, il cucciolo viene adagiato sull’erba e coccolato, per capire se possa farcela e se la mufla voglia riprenderlo. Bastano pochi attimi per capire che non si risolverà così, occorre salvarlo, e fare presto, quindi decidono di portarlo giù in strada, vicino al cantiere. Il capo-cantiere contatta il corpo forestale, il cucciolo di muflone viene consegnato ad una veterinaria per le cure del caso: purtroppo ha la zampa è rotta e sarebbe morto presto.


La morale della storia è che senza l’aiuto della madre che ci ha praticamente condotto dal suo piccolo, sarebbe stato impossibile ritrovarlo e salvarlo da morte sicura: l’amore materno ha spinto la mufla ad un comportamento insolito, benché si tratti di un animale selvatico ha deciso di avvicinarsi ai nostri operai, presenza abituale per quel territorio, ed affidargli il suo cucciolo. Ce ne prenderemo cura, sperando che presto “Gairuccio” possa tornare dalla mamma, a saltellare allegro nei suoi monti”.

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