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Accadde oggi. 1 maggio 1994: 26 anni dalla morte di Ayrton Senna, ma il mito continua e vivere

Foto del web.

Succede una cosa strana quando periscono gli “eroi” dello sport durante la competizione.

Sembrerebbero protetti da un alone di invulnerabilità, che li pone al riparo da ogni sorte di sventura. Ma quando il destino strappa questi uomini alla vita, lascia nel cuore di tutti un senso di vuoto e impotenza.

Ayrton Senna, quel primo maggio del 1994, era “l’eroe per eccellenza” della Formula 1, amato per le grandi qualità di campione in pista, quanto per il suo valore umano. Aveva segnato un’epoca tra la seconda metà degli anni ’80 e inizi anni ’90, con quelle vetture difficili da guidare: senza servosterzo, con i tre pedali che comprendevano la frizione e il cambio manuale a leva. Epiche le battaglie con un altro campione, Alain Prost, soprannominato il “Professore”, con il quale si ritrovò in squadra insieme con la McLaren nel biennio ’88 e nell’89.

Proprio all’inizio del 1994,“Magic”, come veniva soprannominato Senna, succede alla guida della Williams all’eterno rivale, ritiratosi l’anno precedente. In quel periodo era la monoposto migliore e più performante e con il brasiliano di origine italiana alla guida, era considerata la vettura da battere.

Un’occasione per aumentare il numero di titoli iridati in F1 per Senna, dopo le vittorie del 1988, 1990 e 1991, con i successivi due anni capace di realizzare grandi imprese ma una con una McLaren inferiore per vincere il mondiale conquistato da Mansell nel 1992 e dallo Prost nel 1993. I primi due Gran Premi del ’94 vedono la Williams non soddisfare le attese di Senna, che costringono l’asso brasiliano al ritiro. A Imola, al Gran Premio di San Marino, il grande campione di F1 è chiamato alla riscossa.

Le prove del venerdì vedono l’incidente del connazionale Rubens Barrichello alla guida di una Jordan, a causa del cedimento della sospensione posteriore sinistra, incidente nel quale riporta diverse fratture.

Ma a scuotere Senna è la morte durante le prove ufficiali dell’austriaco Roland Ratzenberger: a causa della rottura dell’ala anteriore andò a sbattere nella successiva curva intitolata a Gilles Villeneuve. Molti piloti, tra cui Senna, si adoperarono per far sospendere il Gran Premio del giorno successivo, ma non furono ascoltati. Senna il 1 maggio partì dalla pole position, ottenuta grazie al miglior tempo ottenuto prima dell’incidente mortale dell’austriaco del giorno precedente. “Magic” era in testa al GP da sette giri, quando intorno alle ore 14:17 circa, nell’approcciare la curva del Tamburello ad una velocità di oltre 300 km/h, il piantone dello sterzo della Williams cedette alle sollecitazioni, rendendo la monoposto ingovernabile. Senna rendendosi conto dello schianto imminente frontale, riuscì a decelerare di oltre 100 km/h la vettura, ma lo schianto fu violento, e nella carambola una sospensione staccatasi della Williams colpì alla testa il pilota brasiliano, procurandogli gravi lesioni. Il pilota diF1 Ayrton Senna morirà qualche ora più tardi all’Ospedale Maggiore di Bologna, il suo “Mito” continua a vivere nel cuore e nella mente di tutti. In Brasile fu indetto il lutto nazionale per tre giorni, le immagini del funerale con milioni di persone a fare da cornice, con il feretro di Ayrton portato in spalla dai colleghi, ancora creano emozione. La sua morte ha cambiato il mondo della F1 e dell’automobilismo, aumentando le normative e la ricerca in materia di sicurezza.

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