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Sardegna: da lunedì Arancione. L’assessore Nieddu chiede la Zona Gialla dal 10 maggio

Dopo tre settimane di Zona Rossa, la Sardegna passa in Arancione.

Lo ha confermato l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, che ha ricevuto a sua volta la comunicazione dal ministro della Salute Roberto Speranza. Da lunedì libertà di movimento all’interno del proprio Comune senza l’obbligo, in caso di controlli, di autocertificazione che giustifichi il motivo dell’uscita dalla propria abitazione. Cosa cambia? Riapriranno i negozi di abbigliamento, parrucchieri ed estetisti.

Vietati gli spostamenti tra Comuni diversi, coprifuoco dalle 22 alle 5. Per bar e ristoranti cambia ancora poco, sempre aperti ma solo per l’asporto.

La Sardegna ha l’indice Rt a 0,81, più basso della media nazionale, focolai in calo e i dati sono migliorati moltissimo, rispetto alle scorse settimane.

Qualora i numeri dovessero continuare a essere buoni venerdì prossimo, Nieddu chiederà di far scattare la Zona Gialla già da lunedì 10 maggio, senza dover attendere i canonici 14 giorni di arancione. 

“La Sardegna registra dati da zona gialla già da due settimane”, dichiara l’esponente della Giunta Solinas. “La prospettiva che si apre ora è una permanenza di due settimane nella nuova fascia. Abbiamo aperto un’interlocuzione con il ministero per valutare la possibilità di ridurre questo periodo a una sola settimana per passare poi alla zona gialla nel caso in cui l’attuale andamento epidemiologico fosse confermato”.

“Se così non fosse – prosegue Nieddu – avremmo il paradosso per cui la Sardegna si troverebbe a scontare due settimane in zona arancione, avendone già trascorse due in zona rossa, sempre con dati da zona gialla. I parametri sono in miglioramento, l’incidenza è scesa sotto i 100 casi per 100mila abitanti, così come l’indice di contagio RT a 0,81”.

“Martedì, in Conferenza Stato-Regioni torneremo a chiedere con forza la revisione di questo sistema, che non risponde alle esigenze dell’economia sarda e di tutte le altre regioni, e nemmeno alle necessità di contenimento del quadro epidemiologico, perché arriva sempre a inseguire parametri che sono già superati. Il caso della Sardegna è emblematico: siamo sempre stati penalizzati nel momento in cui la situazione era in miglioramento e quindi fuori pericolo”, conclude l’assessore.

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