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Zona bianca, boccata d’ossigeno per i bar sardi: appello alla responsabilità di Ichnusa

La conferma della fascia bianca è un segnale di speranza per gli oltre 12mila locali della Sardegna, stremati da un anno che ha visto flessioni del 40% circa e la chiusura di 655 tra bar e ristoranti. Questo ritorno ad una “quasi-normalità” sarà soprattutto nel segno della birra. In Sardegna, dove l’amore per questa bevanda viaggia a doppia velocità rispetto al resto del paese (se ne bevono circa 60 litri pro-capite contro i 30 della media nazionale), anche il contesto di consumo è un unicum rispetto al resto del Paese.

In Italia in media 6 birre su 10 vengono consumate tra le mura domestiche, mentre in Sardegna 6 volte su 10 il consumo di birra avviene storicamente fuori casa. A rivelare questa specularità è Ichnusa, la birra più bevuta in Sardegna, che sarà protagonista di questo ritorno nei locali e nei ristoranti per aperitivi e cene ma invita a beneficiare del privilegio della socialità fuori casa in modo responsabile.

Secondo uno studio dell’Istituto Piepoli per Ichnusa, nel 2020, l’emergenza Covid-19 ha impattato, per forza di cose, anche su questa “tradizione sarda” della birra fuori casa. L’amore per la birra non ha avuto flessioni, ma il baricentro della socialità che ruota attorno a una birra si è spostato tra le mura domestiche. La stessa ricerca traccia la rotta della ripresa e del ritorno a vecchie abitudini: 7 sardi su 10 associano la birra alle serate insieme agli amici in pizzeria o al pub.

«Anche in Sardegna il Covid ha cambiato la socialità attorno a un bicchiere di birra – afferma Matteo Borocci, direttore del Birrificio Ichnusa -. Pur di non perdere del tutto la compagnia e il tempo con amici e affetti, i sardi hanno già fatto qualche rinuncia e sono disposti a continuare a farlo, nel segno di una responsabilità e consapevolezza che lascia ben sperare anche per una ripresa del fuori casa. Saremo come sempre vicini ai locali e ai consumatori, ricordando che l’amicizia davanti a una buona birra è sempre possibile, nel rispetto della sicurezza propria e altrui, continuando a mantenere le distanze e a rispettare le norme».

A proposito di responsabilità, in Sardegna i brindisi con la birra tra amici, al ristorante, al pub o bar, sono già diventati un gesto di rispetto verso ambiente e territorio, perché la birra più consumata fuori casa è quella nel formato vuoto a rendere. Il merito è di Ichnusa che con il suo “Vuoto a Buon Rendere”, la bottiglia dal tappo verde, in tempi di consumo usa e getta promuove invece l’economia circolare. Sono quelle bottiglie che, dopo essere state consumate, ritornano al birrificio per essere riutilizzate nuovamente, in un ciclo che può ripetersi fino a 100 volte e per oltre 20 anni. A due anni e mezzo dal rilancio del formato, i risultati parlano chiaro: ogni 10 bottiglie di birra Ichnusa stappate in ristoranti, bar e pizzerie dell’isola, circa 7 sono vuoto a rendere.

Secondo i dati diffusi dal Birrificio di Assemini, il vuoto a rendere è il formato più sostenibile perché permette di ridurre sostanzialmente la quantità di vetro e di tagliare di oltre 1/3 le emissioni di gas a effetto serra. Senza contare che ogni bottiglia che ritorna al birrificio è una bottiglia in meno da smaltire o che potrebbe essere abbandonata per strada o in spiaggia.

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