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Sbarcano a Olbia e dopo il tampone vengono lasciati andare a casa. Nessuno li avvisa della loro positività: l’ira della sindaca di Onanì

A Onanì  due casi di positività al Covid-19. I due coniugi sono tornati mercoledì scorso dalla Toscana, hanno fatto allo sbarco il tampone rapido al porto di Olbia ( su base volontaria), nessuno ha detto loro di fare la quarantena e poi di ripetere un rapido dopo 10 giorni, oppure di fare un tampone molecolare: Nessuno gli ha mai comunicato neanche l’esito dei tamponi, gli hanno semplicemente detto: se siete positivi vi chiamiamo.

Ecco come è andata, nelle parole di Clara Michelangeli, sindaca di Onanì:  «Non sono stati richiamati e sono tornati a casa sereni e tranquilli, con un modulo per scaricare i referti ancora oggi non disponibili.

Dopo circa due giorni dal rientro uno di loro ha avuto sintomi sospetti, domenica ripetiamo immediatamente il rapido perché il comune di Onanì li ha, (acquistati a spese proprie ovviamente, su iniziativa propria e con il supporto dei medici di base e di alcuni medici del territorio). Esito dei rapidi, chiaramente positivi. Finiscono in isolamento domiciliare preventivo 15 persone. Nel frattempo ATS, questa volta in modo quasi immediato, esegue i tamponi molecolari che confermano l’esito dei rapidi.

Un esempio il nostro, per dare idea di quello che è successo in un centro di 400 anime dove ci conosciamo tutti e in qualche modo cerchiamo di tutelarci a vicenda, immaginiamo cosa potrà succederà a breve con l’apertura delle Sardegna agli spostamenti dalle zone rosse nelle seconde case della nostra pseudo zona bianca. Il passaggio in zona bianca è stato già azzardato, visto che, inevitabilmente ha portato ad un abbassamento della guardia, con un conseguente aumento dei contagi al quale stiamo già assistendo! Ma invece che prenderne atto, si preferisce aggiungere anche la ciliegina sulla torta! Vergogna!

Questo è il modo di tutelare la Nostra Terra? Zona bianca usata come trofeo politico e non come un esempio da seguire, espressione di sacrifici enormi fatti da chi ci vive, dai medici di base e da chi amministra le nostre comunità!!! Se i controlli non diverranno seri e se episodi come quello appena descritto, continueranno a verificarsi regolarmente, nel post Pasqua la Sardegna avrà un nuovo colore, il nero»

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