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(VIDEO) Un “Viaggio senza fine” all’interno dell’Ogliastra: il nuovo singolo country di Luca Tilocca

Luca Tilocca, classe 1978, è un cantautore country nato a Genova, da padre sardo. Nel 2005 ha iniziato a calcare i palchi della Sardegna, negli eventi organizzati da Giuliano Marongiu, dove è diventato più consapevole delle sue capacità musicali e ricevendo molti apprezzamenti.

Il suo ultimo singolo “Viaggio senza fine” è legato all’Ogliastra, dove ha girato interamente il videoclip. Non una scelta a caso: in questa zona avverte un forte fascino e l’anima selvaggia dei luoghi, perfetti per il suo stile country.

Conosciamo meglio l’artista e il suo percorso musicale.

Partiamo dalle tue origini artistiche, quando è nato l’amore per la musica?

La passione per la musica mi è stata tramandata da mio nonno materno, poiché suonava l’armonica a bocca. Ne rimanevo affascinato. Poi, già all’età di quattordici anni ho imbracciato la chitarra per suonare e cantare le canzoni folk del repertorio genovese. Ho iniziato seriamente a far musica e calcare i palchi della Sardegna nel 2005 con Giuliano Marongiu e i suoi spettacoli itineranti. Nel 2007 ho iniziato a comporre canzoni e ho realizzato il primo album. Nel 2010 ho girato il videoclip dal titolo “Zocca” ispirato alla musica greca che riscosse un discreto successo. Ho continuato poi il mio percorso di cover band “Luca Tilocca canta De Andrè” rispolverando i grandi successi del poeta della musica italiana. Attualmente, dopo il diploma nella scuola di Mogol, mi trovo in procinto di frequentare l’Accademia del Cinema e dello Spettacolo.

Raggiungere un proprio stile e un’identità, quanto è importante per un’artista?

Personalmente, raggiungere il mio stile artistico è stato molto faticoso e l’ho maturato negli anni. Cerchi il tuo vestito, il genere musicale che più ti rappresenta. Dopo tempo ho raggiunto la mia identità: il country, l’America. Suonare la Fender Telecaster mi dà continuamente degli stimoli che si ripercuotono nei miei brani. Mi sento come un fiume in piena. Il mio primo vero input è arrivato con il brano “19 (Deo soe innoe)”, scritto a marzo dell’anno scorso insieme a Michele Pio Ledda e Davide Guiso, che, presso il suo studio, ne ha tessuto gli arrangiamenti.

Come definiresti il tuo stile?

Il mio stile musicale è giovane, frizzante, senza catene, senza fine come il mio viaggio. Il mio country rappresenta uno stile musicale fresco, che puoi semplicemente ascoltare in macchina per avere compagnia.

Quale tuo singolo, ti rappresenta meglio?

Il mio ultimo singolo “Viaggio senza fine”. Infatti questo brano mi rappresenta appieno perché mi dà una carica pazzesca, mi sento come un country man. Posso definirlo il mio vero cavallo di battaglia, nonostante sia legato anche alle altre mie canzoni.

Parlaci di questa tua ultima fatica?

“Viaggio senza fine” ha il Nashville style ed è una canzone d’amore. Abbiamo lavorato tanto per la sua realizzazione, per cantarlo in modo che funzioni perfettamente. Ci sono stati tanti viaggi per realizzare il videoclip del brano. La regia appartiene a Stefano Franco e le parole del testo appartengono a Michele Pio Ledda, la musica di Davide Guiso che è riuscito a arrangiarle e cucirle perfettamente con il mio personaggio. Penso sia un brano che possa dare a tutti la carica, soprattutto in questo difficile periodo che tutti noi stiamo attraversando.

Questo singolo è ambientato interamente in Sardegna, precisamente in Ogliastra. Da cosa deriva questa scelta?

L’Ogliastra è la terra più bella e selvaggia della Sardegna. In questa zona il tempo sembra fermarsi e dimentichi il resto del mondo. Il mio videoclip è ambientato interamente qui: Perda de Liana, Gairo Vecchio, Jerzu, Ulassai, i Tacchi di Osini, la Valle del Pardu e Villagrande Strisaili. Per me è un vero paradiso tutto da scoprire. Ho scelto questo territorio perché rappresenta il “Texas sardo” ed è perfetto per lo stile che caratterizza la mia musica.

Cosa ti lega all’Ogliastra?

Io amo l’Ogliastra. Sono legato a tutto il territorio e alla sua gente da ben 24 anni. Rappresenta una parte importante del mio vissuto e proprio per questo voglio sostenerla, come ho sempre fatto. Parlo del mio vissuto, perché oltre mio padre che è sardo, ho indossato la divisa di carabiniere in Ogliastra. Fui impiegato nei servizi di supporto arma territoriale dal 1997 al 1999 durante il sequestro di Silvia Melis a Jerzu e gli attentati di Bari Sardo, Arzana, Villagrande Strisaili e Lanusei.

Qual è stato la località ogliastrina che rappresenta meglio l’idea della canzone?

Più di uno, sicuramente: Jerzu, Ulassai, la vecchia ferrovia di Villagrande e Perda de Liana.

Hai altre canzoni che parlano dell’Isola o scritte in Lingua Sarda ?

Attualmente ho quattro dischi in attivo e diversi videoclip presenti su YouTube che hanno a che fare con la Sardegna. Sicuramente “Su sonu de sa muntagna” feat “Coro Padentes”, dedicata a Desulo, in cui vedo delle affinità con l’Ogliastra. Anche il brano “Sorres de mare”, con uno stile world music, nel quale racconto delle “isole gemelle” Sardegna e Corsica che si abbracciano in un canto. Questa canzone è duettata in sardo e in corso insieme ai “Canta U populu Corsu” e i tenores “Untana Vona” di Orgosolo. Il pezzo “Mary Grace” dedicato a Maria Grazia Simula giovane madre scomparsa per cancro.

Hai progetti per il futuro, soprattutto quando finirà la pandemia?

Tante sorprese e progetti. Spero, quando finirà questa emergenza causata dal Covid, di calcare di nuovo i palchi della Sardegna e organizzare un tour anche negli USA. Infatti il country in lingua italiana è molto innovativo”.

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